Sottovalutato, preso in giro, considerato un personaggio folkloristico, un provocatore privo di spessore e di preparazione. Mario Borghezio e’ il simbolo di un giornalismo italiano ignorante e superficiale. E pure di una politica che poco comprende non solo del mondo comune, ma pure di se stessa. Così l’emarginato Borghezio e’ stato candidato dalla Lega al Centro Italia, nella convinzione di potersi liberare di lui per far contento Cota e tanti altri. Infatti: rieletto al Parlamento europeo e, soprattutto, diventato il ponte tra Lega e destre assortite. D’altronde era stato lui, in Europa,a far da tramite tra Lega e movimenti “neri” di ogni Paese. Ed ora il colpo grosso, secondo il quotidiano online Lo Spiffero. Borghezio starebbe convincendo Marine Le Pen all’alleanza con Alba Dorata. Sicuramente i rapporti del leghista verde nero con la famiglia Le Pen sono solidi, soprattutto con Jean Marie. Ma Alba Dorata sarebbe il capolavoro politico di un Borghezio che ha iniziato con Jeune Europe ed è stato amico di tutti i leader delle destre estreme. Il problema nascerebbe, però, in Italia. Dove sarebbe inevitabile veder nascere albe dorate più o meno simili all’originale. Con transfughi dai partitini vari, con aspiranti leader che non sopportano più vertici spesso inadeguati negli attuali movimentini condominiali. Ovviamente ad Alba Dorata queste esportazioni di sigla non interessano. Ma è evidente che ci sono gruppi italiani che apprezzano il lavoro svolto dai greci e che vedrebbero di buon occhio un allargamento al nostro Paese. Assalto alla diligenza, dunque? Nel nome del più duro e più puro? Perché tra aspiranti leader mononeuronici e’ difficile che trovi spazio chi, con intelligenza e competenza, sta indicando da tempo il modello di Alba Dorata come esempio da seguire. Tra un Adinolfi (quello intelligente, non quello sovrappeso) ed i leaderini ottusi, non è detto che prevalga l’opzione dell’intelligenza.
Augusto Grandi
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