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SE LA NOSTRA CULTURA SI RIDUCE AD UN ASSORBENTE

Mentre un patetico programma condotto da Giletti, in replica, ripropone la grandezza di Lucio Battisti nell’anniversario della morte, un ignobile Fedez – sedicente cantante e sempre sedicente artista – si presenta sul palco travestito da assorbente intimo femminile. Poverino, non potendo contare sulla qualità delle musiche e dei testi e neppure su quella da interprete, qualcosa deve pur fare per far si’ che il popolo bue si ricordi di lui. “Tu chiamale, se vuoi, emozioni”, cantava Battisti. Tu chiamala, se vuoi, immondizia indifferenziata, quando assisti ad una esibizione di Fedez. Immondizia, ma nessuno scandalo. Il giovinotto e’ il perfetto interprete dell’Italia di Renzi e della Kyenge, di Baricco e Farinetti. L’Italia dell’apparire senza essere. L’Italia dell’ignoranza, delle esibizioni dei Casamonica e di Vespa, degli alloggi offerti a invasori senza diritto di asilo e negati ai poveri colpevoli di essere italiani. L’Italia che nega agli alpini il diritto di recitare in chiesa la propria preghiera e che consente ad un Fedez qualunque di esibirsi come assorbente con tanto di sangue dipinto. Epater les bourgeois ?

No, semplicemente riempire il vuoto di proposte, la mancanza di idee, l’incapacità totale. Uno splendido libro di Marco Cimmino, “Il flauto rovescio”, racconta l’involuzione della letteratura italiana dall’Ottocento ad oggi. La fine della poesia, il bluff della prosa. Fedez e’ solo l’ultimo esempio di questo fallimento. Dai testi geniali di Gaber a quelli ricchi di spunti di Guccini, dalle canzoni di Mogol-Battisti ai lampi di Vecchioni. Tutto eccessivo per l’Italia delle renzine. Troppo difficile, troppa cultura. Questa Italia si merita Jovanotti, Fedez, Dj Ax. E dopo l’assorbente, pronti ad applaudire il preservativo.

Augusto Grandi