Filippo Degasperi ha presentato stamane un’interrogazione sul libro “Tirolo Alto Adige Trentino. Uno sguardo storico”. Il documento, realizzato dall’Euregio nei mesi scorsi, ripercorre la storia della regione legandola indissolubilmente a quella del Tirolo. I promotori si sono posti come scopo quello di offrire al lettore “uno strumento in grado di informare in maniera piena e consapevole il lettore riguardo gli avvenimenti che hanno caratterizzato il territorio dell’Euroregione negli ultimi 2.000 anni e fino ai giorni nostri. Infatti su questo territorio si sono riflesse molte delle tensioni che hanno caratterizzato la storia europea e, allo stesso tempo, in esso sono stati raggiunti numerosi accordi internazionali che hanno promosso forme avanzate di autonomia, collaborazione e convivenza”.
L’iniziativa, finanziata con soldi pubblici dall’Euregio, non è passata inosservata e il Consigliere provinciale del M5S Filippo Degasperi è intervenuto con un’interrogazione in merito. “Una delle tecniche utilizzate da chi rilegge le vicende storiche – afferma l’esponente pentastellato – per adattarle al proprio tornaconto politico è quella che dimentica o sottovaluta fatti scomodi e, contemporaneamente, enfatizza circostanze e interpretazioni utili ai propri fini”.
Degasperi manifesta perplessità sull’utilizzo anacronistico e improprio, ai limiti dell’ideologico, del termine “Tirolo” e “tirolese”. Al contempo è rimasto stupito nel notare l’abuso di questi due termini anche per designare l’area trentina.
Il Consigliere provinciale infatti afferma: “Si tende a parlare di un “Tirolo” come area unitaria dalla preistoria ai nostri giorni, come se la realtà regionale fosse, da tempo immemore, una realtà omogenea. Si trascura di parlare di una storia specifica del “Trentino” a cui viene riservata una parte molto scarsa nel libro, con varie omissioni e distorsioni”.
Leggendo il libro non si può far a meno di notare che si trascura il periodo longobardo di Trento, sede di un potente ducato la cui giurisdizione comprendeva anche buona parte dell’Alto Adige, e anche il successivo periodo carolingio e poi ottoniano, nel quale Trento fu sede di una contea o marca, su confini ricalcanti probabilmente il precedente ducato.
Non emergono solo queste imprecisioni, ma anche altre che riguardano per esempio l’origine del Principato vescovile di Trento, nato ben prima della Contea del Tirolo. Non si ricorda che, tra l’altro i “conti” tirolesi erano formalmente vassalli del vescovo di Trento, non viceversa. Il rapporto finì, di fatto, per ribaltarsi perché i conti – titolo usurpato al vescovo che lo deteneva – finirono per imporsi sulle altre famiglie nell’esercizio del potere militare – advocatia – inizialmente concesso dal vescovo.
Interessante è anche la lettura della figura di Cesare Battisti. Il Patriota viene infatti relegato a una mezza pagina e per lui si usa l’espressione “alto tradimento”, tutt’altro spazio invece ad Andreas Hofer che viene ampiamente celebrato.
La storia del Principato di Trento appare, agli occhi del Consigliere pentastellato, trascurata e con notevoli omissioni. Ricorda che non si accenna al fatto che “la storia dei rapporti tra Principato e Contea furono tutt’altro che pacifici, specie in alcuni periodi storici. Si alternarono periodi di collaborazione a periodi di ostilità e di subordinazione, causati dalle spinte espansionistiche dei tirolesi nei confronti dei territori del Principe Vescovo. Quindi non certo corrispondente alla comoda rappresentazione di un Tirolo unitario”.
Il Consigliere provinciale Filippo Degasperi ha quindi interrogato il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi domandandogli i costi sostenuti dalla Provincia Autonoma di Trento, i soggetti a cui simile libro è destinato, e chi si è occupato di consentire la pubblicazione di un documento che presenta una pesante faziosità storica che lo lega a scelte politiche – a suo avviso – ben precise.
Aggiungi commento