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C'è la mafia? Colpa dei cittadini

Dopo aver arrestato un folto gruppo di esponenti della mafia a Torino, al termine di 2 anni di inchiesta, i carabinieri si sono lamentati per l’omertà dei torinesi. Avrebbero dovuto reagire e non l’hanno fatto. Allora forse sarebbe il caso di chiarire, per una volta, i ruoli dei sudditi e dei tutori della legge. Se un suddito si azzarda a reagire,ma difendersi, i tutori della legge lo denunciano. Lo si è visto in innumerevoli casi, dal Nord al Sud. Con tanto di condanne per gli aggrediti, costretti a pagare risarcimenti colossali agli aggressori. Dunque il cittadino-suddito non può difendersi. Allora può solo denunciare gli aggressori. mafia 

Peccato che, ormai, per pestaggi, aggressioni, minacce e armamentario vario nessuno vada più in galera. Dunque il suddito ha l’obbligo di denunciare ma deve sapere che l’aggressore sarà libero, il giorno stesso, di vendicarsi perché i tutori della legge non faranno nulla per impedirlo. Non a caso, proprio uno degli imprenditori vittima della ndrangheta a Torino, ha parlato con i carabinieri e ha dovuto fuggire in Svizzera perché non ha la benché minima tutela in Italia. D’altronde in due anni di indagini, quante vendette possono essere portate a termine nell’indifferenza generale? Ma la colpa, ci spiegano i tutori della legge, e’ dei sudditi. Poco disposti a farsi massacrare da chi entra ed esce dalle galere come se fosse al bar. Forse perché non tutti hanno la possibilità di rifarsi una vita in Svizzera. Dove, evidentemente, la possibilità di difendersi non incontra il fastidio dei magistrati.

Troppo comodo accusare i sudditi e poi, quando lo Stato deve intervenire, fingere di non vedere perché le risorse sono scarse, perché i magistrati scarcerano, perché le auto non funzionano, perché “abbiamo le mani legate”. Ecco, provino a slegarle ai sudditi, queste mani. Provino a garantire il diritto a difendersi. Provino a tutelare le imprese oneste contro la concorrenza di quelle disoneste. Se no, provino almeno a tacere. Sarebbe già un passo avanti. Lezioni da chi non tutela i sudditi (che pagano le tasse per una tutela che non c’è) sono davvero superflue.

Riguardo l'autore

augustograndi

Augusto Grandi, giornalista professionista. Corrispondente del Sole 24 Ore. Premio St.Vincent di giornalismo nel 1997.

Ha pubblicato libri di saggistica e di narrativa. Tra i primi "Sistema Torino", "Sistema Piemonte", "Lassù i primi, la montagna che vince" (Premio Acqui Ambiente), "Eroi e cialtroni, 150 anni di controstoria", "Il Grigiocrate Mario Monti". Per la narrativa "Un galeone tra i monti", "Baci e bastonate" (premio Anguillarino), "Razz, politici d’azzardo".

È membro della giuria del premio Acqui Storia.

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