Attualità Politica

Il successo del comunista Matteo Salvini all'Internazionale Nera

“Internazionale nera”, per la prima volta, a Milano: si è svolto nella giornata di ieri il primo incontro europeo degli euroscettici composto – oltre che da Lega e FN – dal FPO austriaco, da Interesse Fiammingo arrivato dal Belgio, dal Partito per la Libertà olandese, dalla Nuova Destra polacca e dai rumeni della Romania Unita. Infine un’inglese fuoriuscita dall’UKIP di Nigel Farage.

Milano – oltre a culla del socialismo craxiano – è, per la Destra del ‘900, un luogo simbolo; basti pensare alla fondazione dei Fasci di combattimento del 1919. Sempre a Milano, al teatro lirico – nel 1944 – Mussolini tenne il suo ultimo discorso.

Ma oggi Milano è sopratutto la capitale della Lega Nord che in Via Bellerio ha la sua sede. Il pensiero del Carroccio, contrariamente a quanto credano gli antagonisti, è totalmente diverso da quello ancorato nella Destra fascista e post­fascista: punti di vista diversi – tra la Lega Nord e gli altri partiti – che emergono nel momento in cui Tom van Grieken, il giovane leader del Vlaams Belang, il partito fiammingo belga, esordisce nel suo intervento con l’espressione “camerati”.

In molti in sala hanno avuto un momento di imbarazzo nel trovarsi ad onorare quelli che – oltre vent’anni fa – venivano da loro stessi chiamati “fascisti“. Salvini, ben conscio del disagio, ha cercato di moderare i toni andando ad affermare, nel corso del suo intervento, che quella che si stava svolgendo non era un’Internazionale “nera” quanto piuttosto “rossonera”. Un paragone calcistico, e al contempo egli ha voluto ricordare ai presenti che il suo pensiero resta legato al comunismo. I bollenti animi dei 1.500 leghisti presenti vengono quindi ulteriormente sbolliti nel momento in cui il loro leader ricorda che l’indipendenza nazionale è una tappa necessaria per perseguire gli interessi storici della Lega Nord.

A conferma di ciò anche l’ovazione rivolta a Marcel De Graaf, del Pvv olandese, che si lascia scappare un “E’ meraviglioso essere qui in Padania“: i leghisti hanno apprezzato e hanno iniziato ad inneggiare la parola “Secessione“.

A Milano è ritornato così alla luce un Salvini comunista e tuttavia padano, nelle sue affermazioni. Certamente ha citato gli argomenti principali delle attuali campagne politiche del Carroccio, come ad esempio l’immigrazione, ma lo ha fatto con lo sguardo che punta su un ritorno della Lega Nord alle origini. Ovviamente nessuna critica nei confronti dei presenti, troppo svantaggiosa a livello elettorale e controproducente, ma ha ricordato bene le finalità del suo partito.

Il suo capolavoro resta quello di essersi presentato nell’Europa degli euroscettici come il capo della Destra italiana. Non sono intervenutii i vertici dell’ex­Alleanza Nazionale che, causa le continue scaramucce personali, sono rimasti così esclusi dalla politica che ormai è rilevante a livello di immagine elettorale.

Perchè affermare che Matteo Salvini sia comunista? Il “Capitano”, iscritto nella Lega Nord dal 1990, ha sempre manifestato la vicinanza ai valori espressi da Marx nel Manifesto del Partito Comunista. Nel 1997 venne persino eletto nel parlamento padano con un’altro celebre comunista quale era Roberto Maroni. Non ha mai nascosto del resto il suo pensiero. Per esempio nel gennaio dell’anno scorso a “Che tempo che fa” rispose dicendo: “Se mi sento di Sinistra? Di certo mi sento più di Sinistra di Renzi. Sono comunista alla vecchia maniera, conosco più fabbriche di chi frequenta i banchieri“.

Riguardo l'autore

giorgiocegnolli

Orgogliosamente polemico, laureato in Storia e sempre alla ricerca di nuove verità

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