Non è necessario essere intelligenti per assurgere ai vertici dell’Ue. E non serve neppure il senso del ridicolo. Così il brillante Juncker può tranquillamente tuonare contro le decisioni unilaterali dell’Ungheria che metterebbero a rischio la coesione europea sul problema degli invasori. Già, l’Ungheria. L’unica a prendere provvedimenti per evitare di essere invasa dagli ospiti invitati da Merkel e Boldrine, da Tsipras e dal bugiardissimo. Beh, forse non proprio l’unica. Il Belgio annuncia nuovi controlli al confine francese, la Francia ai confini italiani, l’Austria a tutti i confini. E per bloccare l’invasione l’Austria ha riunito 10 Paesi, non tutti dell’Ue, mettendo intorno allo stesso tavolo anche Serbia e Kosovo, oltre all’Albania. Un messaggio esplicito a Tsipras, neppure invitato: se la Grecia si rifiuta di respingere chi non ha diritto all’asilo e’ libera di farlo, ma non speri di scaricare sugli altri Paesi le sue scelte non condivise. Ecco, se Juncker volesse individuare un Paese che crea problemi con le sue scelte unilaterali, dovrebbe guardare alla Grecia, non all’Ungheria. Ma potrebbe guardare anche all’Italia che continua, ostinatamente, ad evitare di rimpatriare i clandestini che non hanno diritto di restare. Sperando che i clandestini si facciano contare, in modo da garantire il reddito alle cooperative, e poi svaniscano verso altri Paesi. Così le cooperative finto solidali continuano ad incassare senza neppur dover spendere. Peccato che, con le frontiere chiuse, i clandestini restino in Italia dove sanno di poter contare sull’appoggio di politici buonisti e di magistrati imbarazzanti. Quelli che scarcerano al volo criminali recidivi, purché stranieri, ed arrestano un ottantenne italiano reo di aver offeso i vigili urbani. Una giustizia che tutela solo gli stranieri e che infierisce sugli indigeni. Colpevoli, sicuramente, di aver votato per chi ha predisposto leggi a tutela dei veri criminali e di chi li protegge.
Sui migranti l'Ungheria non è sola, Italia e Grecia sì
Febbraio 25, 2016
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