Politica locale

Dopo il M5S Manuela Bottamedi lascia anche il PATT

“Stanotte non ho dormito ma sono felice, e sapete perché? Perché la capacità di indignarsi è uno dei beni più preziosi che voglio trasmettere ai miei figli“. Con queste parole Manuela Bottamedi rompe ogni dialogo con il Partito Autonomista Trentino Tirolese, da lei accusato di tradire non solo i valori dell’autonomia, ma anche quelli umani.
Una decisione che era attesa. Nel pomeriggio di ieri la Consigliera provinciale aveva mostrato perplessità nei confronti dell’accordo raggiunto tra Franco Panizza e Walter Kaswalder. L’intesa prevede la ricandidatura di Panizza a Segretario e la candidatura di Carlo Pedergnana, dell’Alto Garda, a Presidente con vice Linda Tamanini.

Manuela Bottamedi fu eletta nel 2013 con i voti del M5S. Nel luglio del 2014 lasciò il MoVimento non accettando la rotazione nel ruolo di capogruppo così come previsto dal Meetup. Come allora, così anche oggi la sua fuoriuscita dal PATT si è consumata tra la notte e il mattino. In occasione della sua rottura con gli uomini di Grillo aveva detto: “Un giorno di fine luglio ti alzi e scopri che, dal primo settembre, non sarai più la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio provinciale“.


In seguito, nell’autunno di quello stesso anno, il suo ingresso nel Partito Autonomista Trentino Tirolese. La sua scelta era dettata dalla volontà di creare una “Volkspartei del Trentino”, riprendendosi per intero quell’indennità che aveva promesso di dimezzare nella campagna per le elezioni provinciali del 2013.


Subito una grande amicizia con Ugo Rossi, che però è finita nel dicembre del 2014, quando scoprì una comunanza d’idee con il forzista Giacomo Bezzi. Il dibattito sulla legge finanziaria fu il preludio di quanto da lei deciso nella giornata di oggi. Bottamedi aveva firmato un’ottantina di emendamenti con l’esponente dell’opposizione, innervosendo il Presidente della Provincia.

Manuela Bottamedi da oggi è comunque fuori dal PATT, considerando questa sua scelta un errore nel suo percorso politico. Ha accusato i vertici del suo ex Partito di non aver mantenuto la promessa di farle gestire progetti autonomisti legati al mondo della scuola. “Una proposta motivata, credibile, stimolante. Peccato che, in realtà, avessero solo bisogno di fare numero e voto in più. Ma come potevo saperlo? Ho peccato d’ingenuità? Sicuramente“, ha risposto così ai numerosi commenti ricevuti sulla sua bacheca Facebook.

Quali saranno i Partiti interessati ad accogliere la prestigiosa figura istituzionale? A oggi non è dato sapere. Andrea Maschio, Consigliere comunale del M5s, ha affermato: “Noi siamo stati i primi a conoscere il trasformismo della Bottamedi, che ha usato il movimento a suo uso e consumo. Ora a indennità ottenuta e mantenuta non si fa problemi nel cambiare casacca a suo piacimento: tanto che le importa. Tanto cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia“. Maschio ha ricordato che la Consigliera provinciale non ha rispettato quanto promesso in campagna elettorale. Lorenzo Baratter, Consigliere provinciale del PATT, si è limitato a commentare: “Non è nostra consuetudine rispondere a chi argomenta solo tramite offese“.

Secolo Trentino