Politica locale

Caso Baratter: un nuovo scandalo si abbatte sul PATT

Un nuovo scandalo coinvolge la Provincia Autonoma di Trento e vede protagonista uno dei principali esponenti della maggioranza, Lorenzo Baratter. L’esponente del PATT (Partito Autonomista Trentino Tirolese), secondo quanto riportato da L’Adige a firma di Maria Luisa Patruno, aveva sottoscritto, pochi mesi prima delle elezioni provinciali del 2013, un accordo con la Federazione degli Schutzen. Nel testo si prometteva l’elargizione di una somma mensile pari a 500 euro in cambio dell’ottenimento di un certo numero di voti utili per l’elezione del Capogruppo del PATT in Consiglio Provinciale.
Un accordo che è stato mantenuto per qualche mese, sino a quando Baratter decise di non versare più alcuna somma di denaro. L’esponente del PATT ha risposto in merito affermando che il documento era un atto privato e non comportava l’ottenimento di voti. Inoltre ha ribadito il suo costante impegno, anche gratuito, in iniziative legate al mondo degli Schutzen. Lo scandalo è approdato anche in Consiglio provinciale. Walter Kaswalder, al termine di un vertice di Partito, ha definito la vicenda come una leggerezza, Bruno Dorigatti invece ha affermato la sua solidarietà al Consigliere provinciale e al contempo ha ribadito la necessità di fare chiarezza sulla vicenda.
La vicenda che coinvolge Baratter è solo l’ultimo caso in cui il il Partito Autonomista Trentino Tirolese si è reso protagonista. A marzo, a poche ore dal congresso del partito, si era verificato il “Caso Pedergnana”. Il nuovo Presidente del Partito era stato immortalato in alcune foto che lo mostravano intento a fare un saluto romano o vicino a un busto di Mussolini.

Oltre a questa vicenda è da ricordare l’auto-allontanamento da parte di Manuela Bottamedi, eletta nel 2013 con il M5S e passata nel 2014 al PATT. Fatti che comunque mostrano una formazione politica che deve ben gestire l’imponente flusso di voti ottenuti all’indomani delle elezioni provinciali del 2013. Oltre ai 9 consiglieri provinciali eletti, questi erano riusciti a far eleggere, tramite l’uso dello strumento delle Primarie di coalizione, anche il Presidente della Provincia. Il grande successo del PATT è attribuibile anche alla crisi della coalizione di centrodestra nel 2013. Nel 2015, nel momento in cui si presentò una coalizione forte in contrasto a quella di centrosinistra, non si verificò quel risultato tanto atteso. Eppure in molti nel centrodestra decidono di aderire al PATT. Un esempio è Pedergnana che da Alleanza Nazionale è riuscito a scalare i vertici del Partito autonomista sino a ricoprire il ruolo di Presidente.
Le principali forze di opposizione non si sono a oggi poste in netto contrasto con il PATT. La speranza, secondo indiscrezioni provenienti dalle varie segreterie, è che ci possa essere un punto di rottura tra il centrosinistra e gli autonomisti.
Si prospetta l’eventualità che il PATT, che governa con una politica di centrosinistra al fianco del Sindaco di Trento, Andreatta, rompa l’accordo e si schieri nel centrodestra anche a livello provinciale. Una illusione perchè a oggi il PATT domina la scena politica del Trentino grazie alla sua alleanza con il Partito Democratico.

Secolo Trentino