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5 stelle alla prova, ultima chiamata a destra

Finalmente. Metà Italia, quella che ha votato, ha scelto il cambiamento. Ha spedito un avviso di sfratto al bugiardissimo ed al suo giglio fetido e non più magico. Un voto contro il premier, contro i banditi di Banca Etruria, contro Mafia Capitale e contro il Sistema Torino. Il Pd salva Milano perché la città più borghese d’Italia ha dimostrato perché la borghesia italiana e’ destinata a sparire. Ma la scelta, comunque, era tra due ricchi borghesi praticamente identici e la borghesia illuminata meneghina ha scelto il candidato più politicamente corretto. Ma il Pd prende sberle al Nord Est, in Piemonte, in Toscana, in Puglia.
Non bastano più gli 80 euro, le mancette, le menzogne per conquistare gli elettori in un voto di scambio disgustoso. Ma le destre non hanno molto da festeggiare. Certo, conquistano parecchie città e perdono Varese che, per la compagna Berlinguer al Tg3, equivale alla somma delle città perse dal Pd. Ma è completamente assente un progetto. E non è vero che le candidate dei 5 stelle hanno ottenuto il sostegno degli elettori di destra contro il Pd mentre non hanno ricambiato il favore laddove il ballottaggio era tra destre e Pd. Il favore e’ stato ricambiato anche se non sempre è stato sufficiente. Anche se a Bologna il risultato della candidata leghista e’ stato comunque straordinario. Ma ora si volta pagina.
Perché o i 5 stelle dimostreranno, e da subito, di saper governare bene ed in modo rivoluzionario oppure spariranno velocemente dalla scena se si scoprirà che sono un bluff. Una sfida impegnativa e occorre solo verificare. Ma prima ancora occorrerà verificare se l’inedita alleanza anti bugiardissimo reggerà anche al referendum per mandare a casa, definitivamente, il premier. Nel frattempo si vedrà anche se le destre saranno in grado di fare almeno sistema in mancanza di un progetto comune. Se sapranno mettersi in rete, collaborando da Trieste a Savona, da Grosseto a Novara. È l’unica chance per un rilancio, l’ultima chance probabilmente. Prendendo atto che l’Unione sacra dei moderati, come a Milano, è una boiata pazzesca.