Marciare divisi per colpire uniti. La grande scissione del Pd si trasforma in una mera operazione elettorale. Lo ammette Bersani, lo conferma Rossi. Bisogna andare a recuperare i voti di un popolo non deluso ma disgustato e penalizzato dalle politiche del bugiardissimo. E poi? E poi, con i nuovi voti, ci si allea di nuovo con il bugiardissimo. Non ci sarà da aspettare molto: le amministrative di primavera vedranno i nemici di oggi tornare ad accordarsi. Come se nulla fosse successo. Forse perché davvero non è successo nulla. Il nemico è la destra populista, spiega Bersani. E non perché propone programmi anti popolari ma proprio perché, al contrario, può conquistare il voto dei ceti più impoveriti dalle criminali politiche del grigiocrate Monti prima e del bugiardissimo poi. Non a caso il Pd , dopo la minaccia di scissione, rilancia una politica che ancora una volta ignora il popolo italiano. Qual è la vera emergenza italiana? Chi risponde “il lavoro” è un populista. Per il Pd la priorità è lo ius soli. Lo ha spiegato Orfini. Bisogna far votare i migranti per sperare in una crescita del consenso per il Pd. Gli italiani si arrangino. Gli arrabbiati si facciano convincere dalla “cosa rosa” di Bersani che poi appoggerà il bugiardissimo come prima. Tanto gli avversari continuano a farsi male da soli. Caso mai con il contributo di una informazione sempre più servile. Pronta a cavalcare qualsiasi polemica contro ogni opposizione. Non bastano i sondaggi per vincere, occorrono anche programmi. Servono “visioni ” accompagnate da progetti realizzabili. E con la capacità di comunicarli. In caso contrario la Ditta bersaniana si ricomporrà e avrà ancora una guida del bugiardissimo.
Augusto Grandi