Cultura

“Sul senso della storia” di Giorgio Locchi

Giorgio Locchi, giornalista e saggista, è autore pressoché sconosciuto in Italia: per molti anni corrispondente parigino del quotidiano Il Tempo, fu uno dei fondatori del GREECE e figura centrale della cosiddetta “Nuova Destra”; fu profondo conoscitore di Nietzsche, sul cui pensiero ha saputo offrire interpretazioni stimolanti e, in alcuni casi, controcorrente. L’estratto che segue, proveniente dal testo “Sul senso della storia” edito dalle Edizioni di Ar, è un esempio di interpretazione originale del pensiero nicciano elaborata da Locchi. La questione è quella della struttura del “tempo” a partire dalle parole proferite dallo Zarathustra: al posto di una concezione lineare (segmentaria o circolare) il profeta nicciano predicherebbe un modello diverso, ossia “tridimensionale”.

Un estratto dal testo:

 L’immagine dell’”eterno ritorno dell’identico” vuole essere un enigma, e solo una volta viene fatto cenno alla sua chiave interpretativa grazie agli “uccelli di Zarathustra”:

Tutto va, tutto ritorna; eternamente volge la Ruota dell’Essere. Tutto muore, tutto di bel nuovo fiorisce; eternamente scorre l’Anno dell’Essere. Tutto crolla, tutto nuovamente si ricompone; eternamente si riedifica la stessa Casa dell’Essere. Tutto si separa, tutto di nuovo offre il suo saluto; eternamente resta fedele a se stesso l’Anello dell’Essere. Ad ogni momento l’Essere ha inizio; intorno ad ogni Qui si avvolge la Sfera del là. Il centro è ovunque. Curvo è il sentiero dell’Eternità.

Tutto questo vuol dire che l’”eterno ritorno dell’identico” è l’immagine di quella specifica temporalità per cui nella “storia” – che da questa temporalità è costituita – ogni “attimo” è inizio e ogni luogo è “centro”. Nel suo imprescindibile saggio La rivoluzione conservatrice in Germania (1918-1932) Armin Mohler afferma che la “sfera” è un’immagine “migliore” per esprimere l’eterno ritorno dell’eguale, ma evidenzia anche le insormontabili difficoltà che la “nostra lingua odierna”  causa a ogni enunciato sul tempo “tridimensionale”:

Tutte le parole sono influenzate dal senso della concezione lineare del mondo, anche se all’origine le parole possono aver significato qualcosa di diverso. Il nostro linguaggio attuale è lineare; ogni lingua lineare è però una lingua logica; in altri termini, agisce, per così dire, in una dimensione e si blocca dinanzi al confluire di più dimensioni. Questo linguaggio avanza dall’uno all’altro, cancellando tutto sul proprio passaggio. Solo nella lingua poetica si mantengono ancora residui di altre possibilità. Quindi noi possiamo parlare dell’immagine ciclica del mondo solo mediante descrizioni lineari o in forma poetica.

In merito deve essere però notato che nessun linguaggio, neanche quello poetico, può avere un ricordo di concezioni del tempo diverse da quella lineare, e ciò per il semplice motivo che, prima di Wagner e Nietzsche, tutte le immagini del mondo e della storia erano immagini “lineari”. L’immagine egualitarista della storia, infatti, è segmentaria, mentre quelle “pagane” antiche erano “cicliche”, ossia circolari; entrambe erano pertanto lineari, cioè unidimensionali. L’immagine tridimensionale della storia, invece, è nuova, e non ha ancora plasmato un linguaggio “comune”. Di un “tempo tridimensionale” è dunque possibile parlare solo in analogia con la “tridimensionalità” dello spazio fisico, come noi effettivamente facciamo, sicché la sfera è un’immagine migliore del cerchio proprio perché è una figura spaziale a tre dimensioni. Così come nello spazio ogni “corpo” si estende in tre dimensioni che lo definiscono, la sfera ci fa intendere che ogni tempo (cioè ogni “presente”) contiene in sé e si configura attraverso le tre dimensioni del passato (la divenutezza), dell’attualità (la presenza) e del futuro (ciò che è a venire).

Giorgio Locchi

Sul senso della storia

Edizioni di Ar, collana Consonanze

Pp. 136

12,00€

Contiene gli scritti Sul senso della storia e Martin Heidegger e la rivoluzione conservatrice.

A cura di Giovanni Damiano.

Corollario con scritti di Valerio Benedetti, Giovanni Damiano, Adriano Scianca.

www.edizionidiar.it

Secolo Trentino