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Spariscono 50 miliardi per i poveri

I quotidiani di servizio aprono oggi con la notizia fondamentale delle lacrime di mamma Renzi preoccupata perché il suo bambino bugiardissimo, nella veste di statista, sgridava il padre per la vicenda delle intercettazioni telefoniche.  Come se il pupo non sapesse che il telefono era intercettato. Ma se i giornalisti di servizio si dedicano ai drammi famigliari del leader del Pd, gli italiani dovrebbero invece occuparsi dei drammi personali e del Paese. I drammi che emergono dai dati ufficiali del governo e delle sue strutture. Dunque, mentre il lattaio Padoan ed il compagno presidente di Confindustria blaterano di ripresa italiana, il Pil del primo trimestre cresce solo dello 0,2%, nonostante due giorni lavorativi in più che avrebbero dovuto favorire un maggior incremento. Al netto dell’inflazione e della crescita dei costi per i migranti (che peggiorano la situazione economica ma drogano il Pil), la crisi è evidente. Ma c’è un altro dato ancora più significativo: negli ultimi 10 anni i poveri italiani sono triplicati mentre un quarto dell’intera popolazione italiana è a rischio povertà. E questo già si sapeva.
Ma ciò che forse sfuggiva è che spendiamo 50 miliardi all’anno per contrastare questa povertà. Con risultati inesistenti. Per ogni milione di euro investito, emergono dalla povertà 39 persone. È il record negativo mondiale nel rapporto tra spesa e risultato. Il fallimento delle mancette del bugiardissimo e di tutte le altre misure create e spesso dimenticate. In un Paese serio la magistratura proverebbe a scoprire dove finiscono questi 50 miliardi, chi li intasca. In un Paese serio l’opposizione si sostituirebbe alla magistratura, se questa si ostinasse a non voler vedere. In Italia l’opposizione preferisce occuparsi dell’immondizia non raccolta. Molto più facile, non richiede analisi. Che poi non si saprebbe dove pubblicare.
Augusto Grandi