Una spruzzata di neve e le ferrovie italiane si bloccano. Non in qualche Regione del Sud dove, in pianura, le nevicate non sono la regola, ma proprio al Nord dove persino Trenitalia dovrebbe essere in grado di capire che, a volte, nevica. Invece niente. Treni bloccati, collegamenti interrotti, ritardi come costante. Ma non è che sulle strade sia andata meglio. Un disastro la situazione ad Aosta dove la giunta comunale ha improvvisamente scoperto che sulle Alpi può nevicare anche abbondantemente. E all’aeroporto di Torino dove era attiva una sola apparecchiatura per scongelare le ali degli aerei, con conseguenti ritardi. Nel frattempo in Emilia si è passati, in pochi giorni, dall’allarme siccità alle inondazioni di campi e paesi.
La solita Italia, insomma. Ma per i media e per i politici questi non sono i veri problemi del Paese. Che sarà mai una inondazione di fronte ad un simbolo fasssista appeso nella camera di un ragazzo? Che sarà mai un’attesa di ore su un treno senza riscaldamento di fronte al drammatico pericolo di un volantino? E allora le risorse pubbliche utilizziamole per indagini, processi e sequestri di libri e ignoriamo infrastrutture o la tutela del territorio. Per poi frignare in silenzio quando saltano gli appuntamenti di lavoro grazie al disastro delle ferrovie o all’incapacita’ di togliere la neve da autostrade che pensano solo ad aumentare i pedaggi. In tutto questo scenario da Paese di quarto mondo spicca la decisione di Laurent Vierin, presidente della Valle d’Aosta, di ignorare il piagnisteo generale e di tenere aperte le scuole nonostante le nevicate abbondanti nei paesi in quota. Siamo una regione alpina, ha spiegato Vierin, e dunque dobbiamo essere in grado di fronteggiare una nevicata. Ovviamente è stato criticato da chi è abituato a vivere di emergenza, guadagnando proprio sull’emergenza. Perché con i disastri si guadagna molto di più rispetto alla prevenzione.
Augusto Grandi