A novembre 2017 la stima degli occupati torna a crescere (+0,3% rispetto a ottobre, pari a +65 mila). Il tasso di occupazione sale al 58,4% (+0,2 punti percentuali). A comunicarlo, qualche giorno fa, l’ISTAT.
Ma siamo davvero certi che la disoccupazione sia calata?
Stando ai dati è vero che, nel trimestre settembre-novembre, rispetto ai tre mesi precedenti, alla crescita degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-1,4%, -40 mila) e degli inattivi (-0,3%, -43 mila). Va comunque detto che, come riporta agi, “si considera disoccupato non il totale della popolazione che non lavora pur essendo nell’età per farlo (la cosiddetta popolazione inattiva), ma quella percentuale di popolazione che cerca lavoro e non riesce a trovarlo”.
Ma l’occupazione?
Sempre stando a quanto riportato dall’ISTAT, nel medesimo periodo (settembre-novembre) “si registra una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,4%, +83 mila) che interessa donne e uomini e si concentra soprattutto tra gli over 50, in misura più lieve anche tra i 15-24enni, a fronte di un calo tra i 25-49enni”. Non viene però detto che, in riferimento al milione di posti di lavoro in più, con occupati l’ISTAT intende tutti coloro che “hanno svolto almeno un’ora di lavoro” o “sono assenti dal lavoro […] se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione”.
Uno sguardo ai contratti di lavoro:
Dando uno sguardo ai contratti di lavoro stilati in questo ultimo anno, emerge che “gli occupati a tempo indeterminato sono cresciuti di sole 48 mila unità, mentre quelli a termine di ben 450 mila unità”. Una bella differenza, che qualcuno dimentica di riportare.
Certo, l’aumento dell’occupazione c’è, ma come dice il proverbio, “non è tutto oro quel che luccica”.