Attualità Società

Giornata del Migrante. Il Papa: "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare"

“Questa mattina ho celebrato la messa con un gruppo di migranti e di rifugiati presenti a Roma. Le migrazioni sono un segno dei tempi, ogni forestiero è un occasione di incontro con lo straniero e con Gesù Cristo”, sono queste le parole pronunciate da Papa Francesco all’Angelus in occasione della Giornata mondiale del migrante.
Il Papa ha poi voluto pronunciare i quattro verbi da rispettare sui migranti e sui profughi: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.
 
Al contempo il Papa ha voluto ricordare che “La giornata mondiale sarà celebrata a settembre e la prossima giornata sarà l’otto settembre del 2019”. L’evento quindi non si svolgerà più quest’anno, ma a partire dal prossimo.
Durante l’omelia della Santa Messa celebrata nella basilica Vaticana, papa Francesco è tornato a lanciare un appello all’accoglienza e all’integrazione a tutti i fedeli. Se agli stranieri, che arrivano in Italia e in Europa, ha chiesto il rispetto delle leggi che vigono nei Paesi che li ospitano, agli occidentali ha chiesto di superare le proprie paure. “Nell’incontro vero con il prossimo – ha chiesto – saremo capaci di riconoscere Gesù Cristo che chiede di essere accolto, protetto, promosso e integrato?”.
“Queste paure – ha scandito il Pontefice – sono legittime, fondate su dubbi pienamente comprensibili da un punto di vista umano”. “Avere dubbi e timori – ha spiegato – non è un peccato. Il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte, condizionino le nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, alimentino l’odio e il rifiuto”. Secondo Bergoglio, dunque, “il peccato è rinunciare all’incontro con l’altro, con il diverso, con il prossimo, che di fatto è un’occasione privilegiata di incontro con il Signore”. In questa ottica, ha spiegato, “per le comunità locali, accogliere, conoscere e riconoscere significa aprirsi alla ricchezza della diversità senza preconcetti, comprendere le potenzialità e le speranze dei nuovi arrivati, così come la loro vulnerabilità e i loro timori”.

Secolo Trentino