L’avvocatura dello Stato ,dicendo che “l’obbligo della bilinguità deve esserci sempre ed in ogni caso”, ha solo confermato l’ovvio per chiunque sappia leggere e abbia avuto mai il buon gusto di dare un’ occhiatina allo Statuto.
A dirlo la candidata nel collegio uninominale di Bolzano Michaela Biancofiore che ha voluto ricordare come quello stesso statuto che è un totem intoccabile quando fa comodo alla Provincia e viceversa lo si può dilaniare e superare quando scioccamente si tenta ancora di cancellare l’identità italiana e di minare la convivenza pacifica voluta da tutti i gruppi linguistici.
“Per chi ha poi rudimenti di legge – aggiunge Biancofiore – , la pronuncia dell’avvocatura di Stato era ancora più scontata e lascia esterefatti il subdolo tentativo di alcuni esponenti della SVP e della provincia di aver tentato di far approvare una norma dalla commissione dei sei e dei dodici , norma di rango costituzionale, prima del pronunciamento dell’avvocatura dello Stato”.
“Questa – continua Biancofiore – la dice lunga sulla correttezza di chi non a caso, porta a Bolzano un elemento critico come la Boschi e le fa dire anche che farà propria la norma sulla toponomastica con la quale si intendeva cancellare gran parte della storia e dell’identità italiana di questa terra. Mi auguro che la sottosegretaria di Stato Boschi , sottolineo di Stato- ergo dello stato italiano , si vergogni di quello che ha dovuto accettare pur di avere un collegio pseudo-sicuro dove essere eletta fuggendo dalla sua Toscana. Io la mia faccia sui manifesti la posso mettere eccome e a viso aperto, perchè non mi devo nascondere da nulla e ho sempre lavorato per la mia gente con correttezza, cuore, ardore e mai sono fuggita, come nel caso in questione, da un’elezione difficile solo per via di una legge elettorale scritta al tavolino da Renzi/SVP per far vincere lei”.
L’esponente forzista ha poi voluto ringraziare, a nome della popolazione italiana dell’Alto Adige , il consigliere Bizzo – che al di là degli schieramenti ha saputo proteggere la nostra comunità e il Presidente Palermo , che non a caso ha avuto il coraggio di non ricandidarsi per non sottostare alle imposizioni contra legem, contro l’interesse di tutti i gruppi linguistici che non ne possono più di assurde provocazioni, di alcuni esponenti della SVP.