Ne ho conosciute di professoresse militanti e la loro specialità é rendere fascisti gli alunni che non accettano le loro imposizioni.
La professoressa che urla ai poliziotti “Dovete morire, vigliacchi, mi fate schifo”, prima che offendere quegli agenti, disonora tutta una categoria. Saremmo, però, ingenuotti se non vedessimo che costei, in fondo, è solo la punta dell’iceberg di un insieme di docenti che, dall’ingresso in aula con “Repubblica” sotto il braccio alle battutine mordaci, sovente approfitta del ruolo per fare politica, e sempre da quella parte. Solo a una che sguazza in certi ambienti, insomma, sarebbe potuto riuscire uno show simile. Se non lo capiamo ci fermiamo al dito, e ci perdiamo la Luna.
Si dimentica anche che troppo spesso gli “antagonisti”, “centri sociali” e delinquenti vari sono già rappresentati in Parlamento dallo schieramento delle sinistre che sostanzialmente li tollerano e spesso li aizzano. Non sono pochi i casi anche di insegnanti che perdono la loro missione educativa a favore, dicono loro, di una molto più importante: quella politica. Sono certamente anche loro delle persone, con pregi e difetti, ma ascoltare storie di giovani che fidandosi del loro insegnante vota a 18 anni alla cieca sempre per quei determinati partiti non può lasciare sordi.
La scuola ormai è diventata un pericoloso ricettacolo di idee politiche che troppo spesso vengono imposte a dei giovani troppo fragili e poco esperti. Gli studenti con idee diverse, o semplicemente con una capacità di pensiero autonomo, vengono bollati come “fascisti”. Una situazione che deve trovare soluzione per garantire una degna istruzione.