Economia

Autista non fa salire i profughi a Rovereto: la UIL difende l'operato del conducente

Rischia il licenziamento l’autista di Trentino Trasporti che non si è fermato alla fermata dove un gruppo di profughi ospiti del campo di Marco aspettavano l’autobus. L’azienda dei trasporti ha infatti avviato un procedimento disciplinare e ha segnalato il caso in procura. 

La UIL è intervenuta sulla vicenda a difesa del conducente. A un autista è stato contestato il mancato stop a una specifica fermata per due giorni di seguito (lunedì 4 e martedì 5 dicembre 2017) e sono state segnalate omissioni dello stesso tipo anche nei giorni precedenti. Da qui l’accusa di razzismo e sistematico disservizio. L’ipotesi è in effetti grave, ma – per fortuna – si tratta di un’inesatta semplificazione e di uno sfortunato equivoco.
La UIL afferma: “Cominciamo col dire che l’autista in questione sostituiva un collega su quel turno ed è quindi impossibile che sia responsabile per eventuali omissioni precedenti alle due giornate contestate (se ci sono state, comunque, vanno denunciate e sarà compito di Trentino Trasporti farle emergere). Significherebbe quindi che gli “autisti razzisti” sono più di uno e, visto che sui mezzi pubblici – anche su quella particolare corsa – stranieri e migranti salgono in continuazione, questi presunti conducenti segregazionisti trarrebbero particolare piacere ad accanirsi contro gli utenti fermi a quella specifica fermata. L’ipotesi è tanto grottesca quanto risibile e, non potendo pronunciarci per le eventuali omissioni precedenti alle due giornate contestate da Trentino Trasporti, provvediamo con la presente a chiarire quanto è successo il 4 e il 5 dicembre.

Lunedì 4 il conducente del mezzo in questione (extraurbano) non ha raccolto i passeggeri fermi alla fermata di via Pinera a Marco perché, non avendo questi effettuato alcun segnale (da regolamento è necessario alzare la mano), ed essendo in quel tratto seguito da un autobus urbano, l’autista ha comprensibilmente presunto che fosse loro intenzione salire sull’altro mezzo in arrivo.
Il giorno seguente – martedì 5 dicembre – la dinamica è stata la stessa, con la differenza che in prossimità della fermata uno degli stranieri si trovava in mezzo alla strada – costringendo l’autista a un brusco rallentamento – ma senza una chiara motivazione e senza dar segno di voler chiaramente salire a bordo (distraendo oltretutto l’autista impossibilitato, a quel punto, a notare eventuali altri segnali da parte degli utenti alla fermata). Il conducente ha dunque proseguito in buona fede ma, a scanso di equivoci, ha segnalato immediatamente la vicenda ai suoi superiori anche perché a quel punto un altro straniero a bordo del mezzo (il che, oltretutto, testimonia l’assurdità di certe accuse) ha suggerito l’ipotesi che gli utenti volessero salire a bordo.
A ulteriore testimonianza della buona fede del conducente, quest’ultimo ha poi raccomandato all’autista impegnato nei turni successivi a considerare che quel particolare gruppo di utenti, evidentemente non usi a segnalare in modo opportuno la richiesta di fermata, avrebbe potuto voler usufruire del servizio extraurbano.
Mancano quindi i presupposti per contestare all’autista un comportamento discriminatorio e va segnalata l’inopportunità di fomentare con facili semplificazioni e strumentalizzazioni il difficile clima sociale che caratterizza questo periodo storico anche nella nostra Provincia”.
Secolo Trentino