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Matteo Salvini a Trento ringrazia la comunità Trentina

Nella sala congressi di Trento si alza un boato – è giovedì 15 marzo, 11 giorni dopo la vittoria del centrodestra in Trentino – gli applausi sono tutti per il candidato premier Matteo Salvini. Un incontro che si prospettava difficile per via delle intimidazioni dei centri sociali ma che, alla fine, le varie manifestazioni antirazziste non hanno scalfito. La sala gremita rilasciava una certa eccitazione, data dalla grande speranza che queste persone ripongono nel progetto a cui hanno aderito votando. Essi volevano vedere con i loro occhi, come San Tommaso, il Premier tornare per ringraziarli.
All’entrata del segretario generale il concitamento e l’incitamento era quello dedicato ad una Star del cinema. Subito le parole di Maurizio Fugatti, vincitore del collegio uninominale del collegio della Valsugana, hanno portato un clima sobrio, ma sempre festoso, in sala.
Forte il messaggio da parte dei candidati di ringraziamento ai propri elettori senza dimenticare le battaglie che hanno promesso di combattere. Lasciano trasparire la soddisfazione del risultato ottenuto rimarcando la loro radicalizzazione al territorio e l’importanza di salvaguardare le sue particolarità. Parole forti riservate alla necessità di ripresa e di ridare dignità ai lavoratori, ai giovani, alle famiglie.
Salvini ha speso parole di ringraziamento verso l’elettorato e verso la squadra e la coalizione trentina, la quale deve rimanere compatta e con i piedi per terra come ha fatto fino ad ora. L’obbiettivo non erano le elezioni ma è l’attuazione del programma stilato. Rilanciando così i punti cardini del programma riportandoli a livello territoriale.
Non mancano gli accenni alle imminenti elezioni Provinciali e le stoccate ai diretti rivali. Viene ribadita l’importanza di rimanere concentrati per poter affrontare con lo stesso spirito questa nuova sfida. Gli elettori della Lega sono elettori “di prova” e bisogna rispettare la fiducia da loro riposta.
La grande assente è stata la parola “sovranità” sovrastata da “autonomia”, “territorio” ed “individuo”. Come mai? Perché in fin dei conti la Lega è rimasta la stessa che un tempo si chiamava Lega Nord, con una visione federalista che è ancora nelle menti dei loro principali esponenti.
Tutto finisce con un incontro ravvicinato con Salvini, simbolo di una certa umiltà che è ancora rimasta nonostante la stravolgente vittoria in Trentino.

Beatrice Debiasi