“La pasticciata riforma che il centrosinistra ha per anni sbandierato con orgoglio come uno dei fiori all’occhiello della legislatura che si sta per chiudere, mostra una volta di più tutti i propri limiti”. Con queste parole, in una nota stampa di Civica Trentina, l’accusa rivolta alla riforma sull’ autonomia del centrosinistra.
“Civica Trentina – si continua a leggere – non da oggi, ma fin dalla scorsa legislatura, ha contestato, sovente in splendida solitudine, l’impianto complessivo di una riforma, studiata a tavolino negli uffici della Provincia, senza tenere conto dei problemi concreti che, come ampiamente prevedibile, la sua concreta attuazione avrebbe determinato a carico di amministratori locali e, a caduta, di cittadini, famiglie ed imprese”.
Continuando: “Il nostro Presidente Rodolfo Borga, già quando come Sindaco faceva parte del Consiglio delle Autonomie del Consorzio dei Comuni, aveva contestato, anche allora unico a farlo, l’impostazione di una riforma dirigista e centralista, che mortifica le autonomie locali, ponendosi in netta contrapposizione con la storia di un Trentino policentrico, che l’autonomia non si limitava a declamarla come un mantra, ma la praticava ogni giorno con responsabilità ed orgoglio”.
“Ora – si legge – in molti scoprono i limiti dell’operato del centrosinistra in materia di enti locali. Ci fa piacere, meglio così. Anche se non possiamo non rilevare di aver “letto” le cose con notevole anticipo”, allegando poi una sintetica rassegna stampa degli interventi che nel corso degli anni Civica Trentina ha promosso in merito, con la soddisfazione, così come si legge nella nota, di aver “visto lungo”.
“Infine, – si legge ancora nella nota – le singole situazioni che anche la stampa ha evidenziato non esprimono la realtà di una situazione che è assai più diffusa”. “Vi sono, infatti, anche Comuni che hanno scelto una strada diversa per non dare applicazione ai diktat di Trento: dichiarare formalmente di aver provveduto, non mettendo però mano a meccanismi che funzionano e che rischierebbero di essere pregiudicati qualora si procedesse come vorrebbe la Giunta provinciale, con la tolleranza degli uffici di Piazza Dante, che con ogni probabilità non intendono sollevare ulteriori problemi a pochi mesi dalle elezioni”. Concludendo infine: “Anche di questi temi dovrà occuparsi la prossima legislatura”.