“Caso TIM, l’unica cosa che conta è che la rete dati torni sotto controllo pubblico perché è una struttura strategica e di vitale importanza per la sicurezza nazionale. Ben venga l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Tim, se mira a facilitare lo scorporo della rete dal servizio telefonico in vista di un suo passaggio sotto controllo pubblico. Se poi ci dovessero essere difficoltà a perseguire questa strada, Fratelli d’Italia chiederà semplicemente la nazionalizzazione della rete. I francesi si mettano l’anima in pace, è finita la pacchia dei governi asserviti agli interessi stranieri”.
È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni dopo l’agguerrita contesa, dentro e fuori da Tim per il controllo della ex società, tra i francesi di Vivendi (che controllano il cda in decadenza e la maggioranza relativa al 24%) e il fondo Elliott, da ieri all’8,8% del capitale ma con opzioni che lo proiettano al 13,7%.
Il consiglio di Tim, che nel frattempo si era schierato contro la scelta del collegio sindacale di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile, includendo la richiesta di Elliott di far decadere sei membri in quota Vivendi per sostituirli con altrettanti nomi da lui avanzati, sembra tuttavia spaccarsi. La soluzione per Giorgia Meloni però, sembra chiara: “se dovesse servire, Fratelli d’Italia chiederà di nazionalizzarla”.