E’ complessa la ricandidatura di Ugo Rossi alle prossime elezioni provinciali: complessa perché con le elezioni del 4 marzo sono emersi i fantasmi di un non lontano passato. Le attuali tensioni nel centrosinistra autonomista trovano origine nel 2013 quando in occasione delle Primarie vinse Ugo Rossi del PATT su Alessandro Olivi del PD con uno scarto risicato di voti.
Terzo ma distanziato l’assessore agli enti locali e urbanistica Mauro Gilmozzi, che era il candidato dell’Unione per il Trentino, partito dell’allora capogruppo di Scelta Civica alla Camera Lorenzo Dellai, che si era speso personalmente nella campagna elettorale. Alla fine dello spoglio Rossi aveva prevalso con 8119 voti, Olivi si era fermato a 7981 e Gilmozzi a 6611.
Allora era stato fondamentale l’apporto che era stato dato da Lia Giovanazzi Beltrami. L’allora Assessore alla Solidarietà Internazionale era riuscita a movimentare la sua base per garantire la vittoria al futuro Presidente, supporto che causò non pochi malumori all’interno delle file del Partito Democratico, che persero così la possibilità di riuscire finalmente a governare la Provincia di Trento.
Oggi i tempi sono totalmente diversi. L’idea delle Primarie di coalizione è un’idea pesantemente legata al passato e le decisioni politiche vengono prese dalle rispettive segreterie. Quest’ultime hanno deciso di far aspettare Ugo Rossi, tempi che sono stati richiesti dal Partito democratico e dall’Upt prima di sentirsi dire se la coalizione ritiene che il suo sia ancora il nome migliore a disposizione, per puntare a vincere le elezioni ad ottobre, oppure – per il bene di tutti – sia più opportuno cambiare leader.
In fin dei conti una piccola rivalsa dopo quanto avvenuto nel 2013.