L’articolo 47 della Costituzione dice che la Repubblica “incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. Si vede.
L’ ital-fisco studia ogni giorno piacevolezze che rallegrano la vita dell’ital-suddito. Adesso hanno inventato un altro “ometro”: dopo il “redditometro”, il “risparmiometro”.
Che cos’è? Il fisco andrà a vedere tutto quello che uno ha in banca o altrove, lo confronterà con quanto ha dichiarato. La differenza sarà considerata reddito e tassata.
Vediamo un po’ meglio: il fisco ha divisato un “algoritmo”, ovvero un sistema di calcolo che va a cercare notizie dal “conto corrente, conto deposito, conto deposito titoli e obbligazioni vincolate, rapporto fiduciario, gestione collettiva del risparmio, gestione patrimoniale, certificati di deposito e buoni fruttiferi, conto terzi in divisionale globale ed inoltre carte di credito, prodotti finanziari delle assicurazioni acquisto e vendita di opere metalli preziosi”. Come incoraggiamento al risparmio non c’è male. Per fortuna nell’elenco non c’è l’antico è sempre utile materasso.
Secondo Italia Oggi è destinato a controllare “le persone fisiche, intestatari di rapporti finanziari in euro e unicamente (meno male) a loro riconducibili, con codice fiscale presente è valido nella banca dati dell’anagrafe tributaria.” In altre parole, tutti i poveracci che presentano dichiarazioni dei redditi.
Nel 2018 il Risparmiometro riguarderà le persone fisiche (normali cittadini e soci di società di persone). Nel 2019 verrà verrà applicato alle società (persone giuridiche). E qui siamo alla barzelletta in quanto tutti i loro investimenti sono già rintracciabili dai bilanci che obbligatoriamente depositano.
Nel 2018 si comincerà a controllare il 2013 e così via. Obiezione: si applicano retroattivamente norme che nel 2013 non c’erano! Ma tant’è. Interpellato il Garante della privacy – quell’ente inutile che serve solo a farci firmare dichiarazioni stupide su ogni documento interpellato- si è affrettato ad approvare il provvedimento. Can no magna can.
Scopo del Rispamiometro è perfezionare i controlli con la predisposizione di liste selettive dei contribuenti da accertare. Il cittadino è avvertito. Se per un colpo di fortuna o un’eredità gli arrivasse qualche soldo, è meglio che lo tenga sotto il materasso se non vuole essere bastonato.
E non ci possono dire “ce lo chiede l’Europa”.
La verità è che si tratta di un altro tassello della programmata distruzione del ceto medio e un po’ di terrorismo fiscale aiuta.
E la Costituzione?
Perché? C’è un articolo 47 nella Costituzione?