Molti giovani non sanno chi sia Vladimir Bukowskij, scrittore russo ex-dissidente che per la sua opposizione all’ URSS si fece dodici anni di prigione e venne scambiato nel 1976 a Zurigo con il capo del partito comunista cileno, Luis Corvalan, nelle mani del dittatore cileno Pinochet. La sua liberazione fu importante in quanto dimostrò che in URSS esistevano i prigionieri politici, cosa sempre negata dai governanti comunisti. Stabilitosi a Londra, nel 2006 rilasciò un’intervista in cui dipinge a tinte fosche il futuro dell’Unione Europea,.
Quanto è successo in seguito pare dargli ragione.
Per lui l’Ue affonda le sue radici nell’eredità dei partiti socialdemocratici e comunisti europei che negli anni ’80, fronteggiati dalle politiche neo-liberiste e dal declino dell’Urss, saltarono sul carro europeista.
Bukowskij definisce l’Unione Europea un “mostro” che va distrutto prima che diventi uno stato totalitario. Dopo la caduta del Comunismo venne autorizzato a consultare gli archivi segreti dell’URSS. Il parallelo con l’URSS lo spiega nell’intervista: per lui lo scopo dell’Unione Sovietica era l’annullamento delle nazioni.
“Lo scopo ultimo dell’Unione Sovietica era quello di creare una nuova identità storica, il popolo sovietico, in tutto il mondo. Lo stesso vale per l’Ue. Stanno cercando di creare un nuovo popolo. Chiamano questo popolo “europei”, qualunque cosa questo significhi.”
La sua critica degli organismi Ue è netta:“Se si passano in rassegna tutte le strutture e le caratteristiche di questo emergente mostro europeo, si noterà che assomiglia sempre di più all’ Unione Sovietica. Naturalmente è una versione più mite (…) Non ha nessun KGB – non ancora- ma sto osservando molto attentamente ad esempio strutture come Europol. Ciò mi preoccupa molto, perché questa organizzazione probabilmente avrà poteri più grandi di quelli del KGB. Avranno l’ immunità diplomatica (…) Dovranno sorvegliarci su 32 tipi di reati – due dei quali sono particolarmente preoccupanti, uno è chiamato razzismo, l’altro xenofobia (…) L’ ideologia odierna dell’Unione Europea è socialdemocratica, statalista e una gran parte di essa è il politically correct (…) Non è un caso che il Parlamento europeo mi ricordi il Soviet Supremo. Allo stesso modo, quando si guarda alla Commissione europea, sembra il Politburo. Voglio dire, è esattamente il Politburo (…) sono esattamente gli stessi, non devono rendere conto a nessuno, non sono eletti direttamente da nessuno. Quando si guarda a tutta questa bizzarra attività dell’Unione Europea con le sue 80.000 pagine di regolamenti, sembra il Gosplan. Noi eravamo abituati ad avere un’organizzazione che pianificava tutto nell’economia, fino all’ ultimo dado e bullone, in anticipo per cinque anni. Esattamente la stessa cosa sta avvenendo nell’Ue.”
Quali le conclusioni dello scrittore russo? “Non ho dubbi. Ci sarà un crollo dell’Unione Europea, quasi simile al modo in cui è collassata l’Unione Sovietica.Ma non dimenticate che quando queste cose crollano lasciano una tale devastazione che ci vuole una generazione per ricuperare.”
Previsioni ancora valide? Direi di sì, dato che aumentano gli scricchiolii nell’Ue, ultimo dei quali la discesa in campo in opposizione del sindacato Solidarnosc, che fece crollare il regime comunista in Polonia.