“Credo che non possiamo accettare che si torni a 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale a legittimare l’uso delle armi chimiche, non possiamo accettarlo”.
L’intervento di Gentiloni arriva a pochi giorni dal bombardamento di sabato portato avanti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, e il premier specifica che “l’Italia non è un Paese neutrale, che sceglie di volta in volta con chi schierarsi tra l’alleanza atlantica e la Russia: è un coerente alleato degli Stati Uniti e non di questa o quella amministrazione americana, di Kennedy o Nixon, di Reagan o Clinton, di Bush o Obama. È una scelta di campo, è la nostra scelta di campo”. E sul regime di Bashar al Assad, “responsabile di crimini inauditi”, dice che “da anni il negoziato è inevitabile” e che “l’idea “che si potesse cominciare con la cacciata di Assad si è rivelata illusoria”.
Gentiloni, dopo aver sottolineato che la risposta all’attacco con armi chimiche è stata “una risposta motivata, mirata e circoscritta, coordinata con attori presenti per scongiurare vittime civili”, ha invitato “la Russia, con gli Usa, l’Iran e il mondo arabo a una soluzione negoziale di questa crisi”. “Dopo Duma e la Ghouta orientale – ha detto il presidente del Consiglio – occorre evitare altri spargimenti di sangue. Altre aree della Siria, dove sono i curdi, possono diventare teatro di nuove stragi. La situazione siriana interpella tutti noi e la comunità internazionale”.
“Abbiamo – replica in riferimento alla non partecipazione dell’Italia all’attacco del 14 aprile – esplicitamente condizionato la nostra disponibilità ad attività di supporto logistico – basate su trattati bilaterali tra Italia e Stati Uniti – al fatto che dal nostro territorio non partissero azioni dirette a colpire il territorio siriano. E così è stato”.