“Decideremo il 3 maggio”. E’ questo quanto detto da MartinaRenzi del Partito Democratico dopo gli incontri di questi giorni con il Presidente della Camera Fico. Incontri che si sono caratterizzati da tutta una serie di umiliazioni che il M5S, e il suo elettorato, hanno subito durante tutta questa settimana.
La prima provocazione è stata quel diktat nel quale si chiedeva a Di Maio di abiurare la Lega di Salvini: richiesta soddisfatta nel giro di 3 ore con la chiusura pubblica del forno con i leghisti. Le richieste del Partito Democratico si sono poi spostate sul ruolo politico di Renzi, – un senatore essenziale per dare la fiducia ad un eventuale governo tra il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico – oltre che su un’evidente politica di superiorità nei confronti dei veri vincitori delle elezioni del 4 marzo.
Al momento i 5 Stelle restano in silenzio e si limitano ad acconsentire a quasi tutto ciò venga richiesto da “MartinaRenzi”: il reggente ha confermato ieri sera che i rapporti con il suo ex capo sono con cadenza oraria.
Non manca però l’ennesima critica per “Giggino”, quasi da innamorata non corrisposta, contro Salvini, accusato di essere la causa della loro figuraccia nazionale. Non basta infatti usare come scusa quella del bene comune: la figuraccia che vede coinvolto Di Maio sta superando qualsiasi scusante anche perché le richieste, poi rifiutate, di Berlusconi erano di gran lunga inferiori rispetto a quelle del Partito Democratico.
Dopo quasi due mesi dalle elezioni e nessun governo, il rischio che si vada a votare nuovamente non è da escludere. E’ un’ipotesi reale e pericolosa, ma c’è sempre la speranza che si riesca a trovare un accordo.