Politica locale

Urzì (Alto Adige nel Cuore): "Sulla democrazia diretta gioco delle parti di Svp e Verdi"

SVP Verdi hanno aperto con un disarmante gioco delle parti sulla democrazia diretta la loro campagna elettorale sulla discussione di oggi in Consiglio provinciale“. Così Alessandro Urzì, consigliere provinciale de L’ALto Adige nel Cuore.
In questo quadro – continua Urzì – va segnalato solo l’inserimento delle clausola di garanzia voluta dal gruppo italiano e tradotta in emendamento istituzionale presentato dal Presidente del Consiglio e dal vicepresidente di giunta, su conforme positivo parere dell’intera maggioranza e del gruppo linguistico italiano“.
Questa clausola, che avevamo ritenuto necessaria per evitare referendum, ad esempio sulla toponomastica, e quindi decisioni assunte dalla maggioranza linguistica sugli italiani, era stata ritenuta da tutti noi come assolutamente necessaria” specifica Urzì. “Così è stato presentato su conforme volontà dei consiglieri di lingua italiana l’emendamento Bizzo/Tommasini, che ha raccolto il comune e condiviso indirizzo espresso dai consiglieri del gruppo linguistico italiano“.
Ma qui inizia la campagna elettorale. Dopo cinque anni di attesa, si arriva all’ultimo giorno disponibile della legislatura per parlare di democrazia diretta e farsi belli davanti all’opinione pubblica grazie alla bozza elaborata da Amhof Noggler per l’SVP e Foppa dei Verdi” attacca Urzì, il quale afferma che il dibattito è stato contornato da demagogia populismo.
La costituzione di un ufficio per la formazione politica dei cittadiniuna sorta di Minculpop, per cui si ritiene che l’opinione pubblica debba essere formata da parte dei detentori del potere politico prima di potersi esprimere, è una follia assoluta” dichiara Urzì. “Un mix fra grillismo in salsa tirolese e delegittimazione della classe politica, che ricorda un po’ quel Consiglio popolare dei cittadini (di chiaro richiamo sovietico) che affianca il Consiglio provinciale elettivo. Ogni norma potrà così essere sottoposta a giudizio popolare, anche se suscettibile di ricorso costituzionale“.
A questo punto sia così, ossia ogni legge, ogni atto dell’amministrazione provinciale sia sottoposto a referendum; se il partito di potere voleva accreditarsi la legge sulla democrazia diretta, la legge garantisca il potere di referendum confermativo su tutte le leggi e gli atti amministrativi. Solo così il potere assoluto potrà essere messo in discussione e forse qualcosa cambierà in un provincia dove gli elettori, soprattutto di parte tedesca, sono da sempre troppo timidi” ha dichiarato Urzì in Aula durante il dibattimento.
La sfida ora – conclude Urzì – è di far approvare la legge prima che scatti la possibile decadenza. Ho invitato per questa ragione tutte le opposizioni a rinunciare ai propri interventi e a votare gli emendamenti lasciando il pallino sulla possibilità o meno di arrivare all’approvazione della legge anche nei suoi contenuti in mano alla SVP“.

Secolo Trentino