Al Senato, durante la discussione sul Decreto Milleproroghe, ha preso la parola il senatore Andrea de Bertoldi, di Fratelli d’Italia. In un lungo intervento, il trentino ha a lungo parlato della riforma del credito cooperativo.
“Ci troviamo oggi in discussione sul decreto Milleproroghe. Sin dal 2005 questo malvezzo della politica italiana viene perpetrato dai vari governi. Ricordo quando chi è oggi in maggioranza strillava contro i governi verso questo strumento, dicendo che loro non ne avrebbero mai fatto uso. Oggi ci ritroviamo con un milleproroghe del governo giallo-verde. Un milleproroghe che ha visto azzerato il dialogo con il resto del Parlamento, una constatazione che non depone a favore dei buoni propositi che erano fuoriusciti dal Parlamento in vista di un miglioramento dell’attività parlamentare” ha esordito De Bertoldi, riprendendo dunque gli autori del decreto, che nei suoi 14 punti tocca i temi più disparati, “dalle intercettazioni alle ricette veterinarie“, per citare il senatore.
“Notiamo come il focus sia la riforma del Credito Cooperativo – continua de Bertoldi – La riforma della riforma Renzi-Padoan, quella riforma che ha prima inciso negativamente sulle banche popolari e quindi avrebbe potuto incidere molto pesantemente sul Credito Cooperativo e sul nostro sistema bancario“.
“Il Credito Cooperativo è quel credito che nella mutualità e nella territorialità esprime una caratterizzazione che risponde alla particolarità del nostro sistema impresa e del nostro territorio. Chi vive nelle periferie, nelle valli come nel mio Trentino, sa che funzione svolgono le casse rurali e il Credito Cooperativo” afferma de Bertoldi, che spiega come le filiali del Credito Cooperativo siano presenti anche in quelle aree d’Italia meno densamente popolate permettendo a imprese e privati di avere comunque, a poca distanza da casa, uno sportello e un interlocutore del campo finanziario.
“Se la riforma Renzi-Padoan fosse rimasta tale, con capitalizzazione minima delle BCC del 51%, sicuramente si sarebbe messo a rischio in breve tempo il credito cooperativo” afferma de Bertoldi. “Apprezziamo quindi che il governo abbia colto la proposta che io, a nome di Fratelli d’Italia, feci chiedendo di elevare la capitalizzazione al 60% minimo“.
“Non sarà una sicurezza – spiega il Senatore – ma almeno blinda il patrimonio delle capofila che resterà nelle mani delle casse rurali per almeno il 60%. Ci auguriamo che questa strada verrà migliorata ulteriormente dal governo, affinché si renda più forte la patrimonializzazione delle banche centrali. Chiediamo che sia limitata la massimo la possibilità di scendere al di sotto di questo 60%“, specificando che una di queste situazioni potrebbe essere il grave dissesto, ma solo se in mancanza di alternative.
Un altro provvedimento apprezzabile, per de Bertoldi, del Decreto Milleproroghe è l’innalzamento alla metà più 2 dei Consiglieri d’Amministrazione nelle governance delle banche per arrivare al numero legale per le decisioni. “Ci auguriamo che l’incisività delle governance delle singole casse rurali possa garantire quell’autonomia negli organi dirigenziali che sola gli può garantire il raggiungimento dei propri scopi. Non vogliamo che la cassa unica, la capofila, quelal struttura che ha nel suo DNA una funzione volta al profitto, possa immediatamente governare“.
“Ci auspichiamo – conclude de Bertoldi – che la governance venga anche rivista in funzione delle singole banche aderenti. Se le singole banche sono virtuose, la capofila potrebbe avere dimensioni diverse“.