Adriano Olivetti e la sua fabbrica saranno al centro dei prossimi appuntamenti per il percorso “Le vie del sacro” del Teatro Cristallo, delle ACLI, della Diocesi Bolzano-Bressanone, della Caritas Bolzano-Bressanone e del Centro per la pace di Bolzano.
Giovedì 18 ottobre alle 20.30 l’economista Bruno Lamborghini, già presidente dell’Archivio Storico Olivetti, formatosi all’interno della Olivetti, sarà ospite del percorso e racconterà la sua esperienza all’interno della fabbrica sita ad Ivrea, da qualche mese città riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Unesco proprio grazie al lavoro lungimirante e visionario di questo grande imprenditore.
Ivrea, dal 1° luglio di quest’anno è il 54° sito italiano considerato Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco come città industriale del XX Secolo. Un sogno realizzato da Adriano Olivetti che mise su la sua “Ditta”, immaginandola come un luogo in cui umanesimo e sistema produttivo potessero integrarsi e dove la tecnica, il capitale e il modo di produzione restassero strumenti saldi nelle mani dell’uomo.
Giovedì prossimo, 18 ottobre alle 20.30 nella sala Giuliani al II Piano del Centro Culturale Cristallo inizierà un percorso di tre appuntamenti che si articola all’interno de “Le vie del sacro” – quest’anno dedicato al tema delle vocazioni – e che sarà dedicato ad uno degli imprenditori più visionari e illuminati dell’Italia del Dopoguerra, inventore del personal computer ai tempi in cui Ivrea era considerata la Silicon Valley italiana.
Ma chi fu veramente Adriano Olivetti? Quali furono i valori che ispirarono la sua visione e il suo lavoro? A raccontare il manager, ma soprattutto l’uomo, sarà Bruno Lamborghini, economista e lui stesso manager, convinto appieno della bontà del metodo olivettiano.
Come diceva lo stesso Olivetti: “Io voglio per noi una Fabbrica piena di luce e di bellezza, perché la bellezza rende migliori, la bellezza è equilibrio. La bellezza è rapporto con la terra e con la natura. E voglio una Fabbrica che produca anche cultura, perché la cultura ci rende liberi. E voglio orari di lavoro corti, che diano il tempo di acculturarsi, crescere, accrescersi spiritualmente. E voglio che le donne in maternità abbiano un anno intero di congedo. E voglio servizi sanitari per i nostri operai che siano all’avanguardia e la possibilità per loro di accedere alle espressioni migliori di tutte le arti. Io voglio che la Olivetti, non sia solo una Fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza, perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici”.
L’incontro di giovedì sera, intitolato “Il sogno infinito di Adriano Olivetti”, è moderato da Michele Dorigatti della Scuola di Economia Civile di Trento. L’ingresso è gratuito.
Gli altri appuntamenti su Olivetti saranno a novembre, il 9 con lo spettacolo “Camillo Olivetti. Alle radici di un sogno”, di e con Laura Curino, incentrato in particolare sulla figura del padre di Adriano, in scena al Teatro Cristallo, e il 15 novembre con la proiezione del film di Michele Fasano “In me non c’è che futuro. Ritratto di Adriano Olivetti”, sempre in sala Giuliani, al II Piano del Centro Culturale Cristallo in via Dalmazia 30 a Bolzano