“Uccise un poliziotto, uccise suo padre davanti al figlio, sparò e lasciò un uomo paralitico, fu condannato a vita per 4 omicidi e fece parte del gruppo terroristico di sinistra PAC (proletari armati per il comunismo). “Ciao Battisti”, la sinistra piange!”, con queste parole il figlio del Presidente Bolsonaro ha annunciato l’arresto in Bolivia di Cesare Battisti ad opera di un team di investigatori italiani.
Il caso Battisti è stato anche al centro della politica brasiliana. Fuggito dalla Francia, Battisti venne graziato dalll’ex presidente Lula nel suo ultimo giorno di mandato. Un fatto che aveva provocato l’indignazione dell’Italia.
Il nuovo presidente brasiliano Bolsonaro, entrato in carica a gennaio, già in campagna elettorale aveva manifestato la sua intenzione di estradare Battisti in Italia in uno scambio di battute con il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Battisti, nato nel 1954 a Cisterna di Latina, è stato condannato a due ergastoli in Italia in contumacia – era evaso dal carcere nel 1981 dopo la condanna a 12 anni in primo grado – per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni settanta: due compiuti materialmente e due in concorso con altri.
Gli investigatori italiani erano gia’ da una settimana in Bolivia e dopo aver circoscritto l’area in cui si trovava Battisti hanno iniziato a pedinarlo. Prima di intervenire, pero’, sono state fatte tutte le attivita’ di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si e’ avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto, nella giornata di ieri, sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani, che lo hanno fermato in mezzo alla strada.
Alle richieste degli agenti di fornire i documenti, BATTISTI ha risposto in portoghese dicendo di non averli e solo quando lo hanno portato negli uffici della polizia – dove si troverebbe tutt’ora – ha fornito il suo documento brasiliano.