Attualità

Legittima difesa. Mattarella: "giusto ampliare regime di non punibilità a chi reagisce a un’offesa ingiusta"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha inviato nella giornata odierna una lettera ai Presidenti del Senato, della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio per comunicare la promulgazione della legge recante modifiche al codice penale e in materia di legittima difesa.

Attraverso la lettera inviata alle maggiori cariche dello Stato, Sergio Mattarella ha dichiarato di aver provveduto a modificare la legge “Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa”, chiarendo come tale provvedimento sia volto ad a tutelare chi reagisce dopo aver subito un’offesa all’interno dei confini del proprio domicilio o a luoghi riconducibili allo stesso.

Successivamente il Presidente della Repubblica ha specificato: “va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia. L’art.2 della legge, modificando l’art.55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo “allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto”: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta”.

Proseguendo nella lettera Sergio Mattarella ha ricordato come l’art. 8 della legge sia atto a riconoscere la legittima difesa domiciliare, specificando allo stesso tempo la differenza con la legittima difesa in luoghi diversi dal proprio domicilio.

Infine, concludendo il suo intervento, il Presidente Mattarella ha evidenziato: “segnalo, infine, che l’articolo 3 della legge in esame subordina al risarcimento del danno la possibilità di concedere la sospensione condizionale della pena, nel caso di condanna per furto in appartamento o per furto con strappo ma che lo stesso non è previsto per il delitto di rapina. Un trattamento differenziato tra i due reati non è ragionevole poiché – come indicato dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 125 del 2016 – “gli indici di pericolosità che possono ravvisarsi nel furto con strappo si rinvengono, incrementati, anche nella rapina”.

Con questa disposizione viene finalmente ampliato il regime di non punibilità per chi si difende da “offese” ricevute entro i limiti del proprio domicilio. Troppo spesso infatti sono state punite persone la cui unica colpa è stata quella di reagire ad un sopruso, perpetrato oltretutto da estranei all’interno del loro domicilio.

In questo modo il Presidente Mattarella, oltre a tutelare maggiormente la legittima difesa, ha creato anche un ottimo deterrente per cercare di impedire che reati di questo genere continuino ad essere all’ordine del giorno.

Carlo Alberto Ribaudo

Secolo Trentino