Società

La Chiesa diventa "2.0": a Chioggia le offerte si potranno pagare anche col Bancomat

In passato Chiesa e innovazione hanno avuto qualche “scontro” di troppo. Ma a Chioggia sembra essere stato firmato un trattato di pace tra le due parti: ecco allora che le offerte possono essere pagate anche col Bancomat.

Già, perché all’interno di tre chiese della cittadina del veneziano sono stati installati dei POS da parte del vescovo locale Adriano Tessarollo, dando così la possibilità di lasciare offerte con un semplice passaggio della propria carta di fianco all’acquasantiera.

Questa è la prima volta che si introduce un sistema simile in Italia, mentre all’estero è molto diffuso. Non deve sorprendere che le donazioni siano arrivate in maggior parte da turisti per ora. Voglio però rassicurare i fedeli: rimarranno attivi anche i normali canali per versare le offerte” specifica Monsignor Tessarollo, al centro di un vero e proprio ciclone per questa – pur innovativa – idea.

Certo, il sistema è ingegnoso e consente tra l’altro di dare non solo maggior tracciabilità alle offerte, ma mette anche il fedele in condizione di scegliere il progetto da finanziare, tanto dalla Chiesa quanto comodamente a casa attraverso un sito internet (donatelumen.org) che consente addirittura di scegliere da quale Chiesa effettuare la donazione.

L’idea non è però andata troppo a genio ai fedeli, non tanto perché vengano privati del gusto – se così si può dire – di strofinare le proprie mani sul denaro contante per lasciarlo personalmente al povero ignaro parrocchiano intento a raccogliere monete nel bel mezzo della Messa; quello che proprio non viene accettato è questo passaggio della Chiesa da “Onlus” a “SpA”.

Occuparsi di installare dei POS in Chiesa, anche se magari le intenzioni del Vescovo di Chioggia erano nobilissime e tese a portare reale innovazione, forse suona decisamente fuori luogo nel periodo storico in cui Papa Francesco parla ogni giorno di attenzione agli ultimi e povertà. Così come appare fuori luogo il costante giudizio politico quando il Pontefice è il primo a dire che non si deve giudicare nessuno.

Gesù, scaraventando via i tavoli dei cambiavalute presenti al Tempio di Gerusalemme, fu il primo a voler separare l’attività economica da quella religiosa. Probabilmente, su questo punto, è rimasto inascoltato.

R.F.

Secolo Trentino