Ha fatto rapidamente il giro del web (e del mondo) la foto del sospettato per l’uccisione del carabiniere romano Cerciello Rega, ammanettato e bendato in caserma. Una foto “choc”, ritraente il giovane diciannovenne americano Gabriel Natale Hjorth. Tuttora sotto indagine.
Una cosa inaccettabile secondo molti, all’interno del nostro Stato di diritto in cui vige la “presunzione d’innocenza”, che ha mosso molte polemiche tra l’opinione pubblica e all’interno dei vertici dell’Arma. Una foto – sostengono alcuni – che potrebbe ora inficiare addirittura sul processo stesso.
C’è infatti chi parla di «traditori in caserma» e chi condanna il gesto: «Pure mettendosi nei vostri panni di forcaioli, – commenta il disegnatore Gian Alfonso Pacinotti – grazie a questa foto qualsiasi avvocato senza alcuna esperienza farà invalidare la confessione. E l’ambasciatore americano vi farà fare il verso del pollo»
A tal proposito anche il Premier Conte ha detto la sua, commentando:
“Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento”. Così il premier Conte commenta la foto dell’indagato bendato. “Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati” sottolinea Conte aggiungendo che è “censurabile” la diffusione della foto sui social. “L’Italia è uno Stato di diritto – ha proseguito -. Abbiamo principi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena”.