Una crisi surreale come quella del governo italiano mette in evidenza personaggi altrettanto surreali e della cui esistenza pochi si erano accorti.
Come Nicola Morra, il pentastellato che ritiene un messaggio di sostegno alla ‘Ndrangheta l’esibizione del rosario. Roba da chiedere l’arresto di monsu Bergoglio per associazione mafiosa. Ma il prode Morra non perde l’occasione di qualche minuto di visibilità per chiarire che un eventuale governo giallo rosso dovrà avere tra le priorità una legge per togliere le tv a Berlusconi.
Non basta, dunque, aver trasformato il Tg5 nella voce del Pd per garantire il salvataggio dello strapotere Mediaset. In compenso, forse approfittando delle vacanze o della distrazione del direttore Gennaro Sangiuliano, anche il Tg2 corre ad allinearsi con un vergognoso servizio sull’Argentina e contro Evita Peron ed il peronismo indicato come esempio di populismo.
La confusione è grande sotto il cielo ma la situazione, contrariamente a quanto sosteneva il presidente Mao, non è per nulla eccellente.
La decisione di Matteo Salvini, non condivisa da tutti i leghisti, rischia di far nascere un governo giallo rosso, più rosso che giallo. Anche perché sarà la riunione di oggi della direzione del Pd a decidere se far nascere un esecutivo con i pentastellati. Dunque un governo con Cirinnà per proseguire nella distruzione della famiglia, un governo che spalanchi i porti e stanghi gli italiani per sostenere i migranti, un governo che impedisca di andare in pensione ed aumenti la precarietà. Al servizio di Ursula von der Leyen e che prepari l’elezione di Prodi alla presidenza della repubblica.
La scelta di Salvini toglierà alla Lega la possibilità di incidere sulle strategie nazionali ma, in teoria, non eliminerà la possibilità di determinare la politica a livello locale. Se poi si continuerà con nomine assurde in tutti i centri decisionali dove si può intervenire su economia e cultura, allora la sconfitta di oggi si trasformerà in un disastro totale. E non si potrà dar la colpa a Conte, a Ursula, ai poteri forti.