Negli Stati Uniti sta destando qualche clamore l’iniziativa di diversi dipartimenti della Polizia che hanno informato i genitori sulla potenziale pericolosità di alcune app per smartphone molto famose tra i più giovani, invitandoli a prestare molta attenzione alle attività in rete dei propri figli.
Nello specifico, il media statunitense 13WOWK ha raccontato il caso dello sceriffo di Sarasota, in Florida, che per proteggere chi è meno avvezzo dalle insidie di internet ha pubblicato una vera e propria black list delle app potenzialmente pericolose per i giovanissimi.
Nella lista diramata dallo Sceriffo statunitense compaiono alcuni tra i social media più utilizzati come Whatsapp, Tik-Tok, Snapchat e Ask.fm, siti d’incontri come Badoo e Grindr per arrivare fino ad app all’apparenza innocue come calcolatrice%, ritenuta tra le più pericolose perchè potrebbe nasconde contenuti “pericolosi” senza destare sospetti. (Di seguito la lista completa delle applicazioni inserite nella lista: Ask.fm, Badoo, Bumble, Calcolatrice%, Grindr, Holla, Hot or Not, Kik, Live.me, MeetMe, Skout, Snapchat, Tik-Tok, Whatsapp, Whisper)
Questa notizia fa tornare di strettissima attualità il problema dei pericoli a cui sono sottoposti i più giovani quando utilizzano lo smartphone o navigano in rete. La vastità di contenuti presenti sui social media o su internet, e il loro sempre più facile utilizzo, rende evidente la necessità di porre dei paletti che possano tutelare tutti gli utenti.
Anche in Italia questo è un tema molto dibattuto con numerosi genitori che si sono detti preoccupati dalle insidie che applicazioni, all’apparenza innocue, possono riservare per i più giovani.
La soluzione sia negli USA che in Italia non può che essere quella di una maggiore attenzione da parte dei genitori negli strumenti che i propri figli utilizzano quotidianamente. Senza cadere però nell’errore di demonizzare ogni cosa come fosse il male assoluto: va ricordato infatti che tutte le applicazioni presenti nella lista sono state concepite per un pubblico adulto e che l’utilizzo consapevole non comporta alcun rischio per gli utenti.
L’interrogativo che è doveroso porsi invece rimane quello in merito alla facile accessibilità di diverse applicazioni “per adulti” come le app per incontri, che hanno una profilazione molto semplice e facilmente arrivabile anche ai più giovani, oltre ad essere un ottimo terreno dove commettere il reato di phishing, ovvero furto di dati personali.
Dunque è fondamentale muoversi in questa direzione per poter garantire a tutti i tipi di utenti di poter utilizzare strumenti come l’App-store di Apple o il Marketplace di Google nella più totale sicurezza senza che la fruibilità ne risenta.
Carlo Alberto Ribaudo