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Gualtieri, il ministro che piace a Fassina e Lagarde

Nel pomeriggio di ieri, Giuseppe Conte ha presentato la lista dei Ministri del suo secondo Governo, che dovrà superare le fasi del giuramento e della fiducia in entrambe le camere. All’Economia è stato nominato Roberto Gualtieri, storico e politologo del Partito Democratico.

All’iniziale perplessità sul primo nome “non-tecnico” dopo Giulio Tremonti, stanno facendo seguito importanti – e per certi versi trasversaliendorsement. A partire da Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali che questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Con Gualtieri siamo amici, abbiamo fatto un lungo pezzo di strada politica insieme e solo negli ultimi anni le nostre strade si sono divise. Ci conosciamo da quando Gualtieri, nel 1992, mi propose come segretario del gruppo universitario dei Giovani comunisti di allora” racconta il deputato, oggi aderente al movimento politico Patria e Costituzione. “Da allora abbiamo avuto una frequentazione molto intenza, finché non ho lasciato il PD mentre lui è andato avanti, con risultati evidentemente più brillanti dei miei“.

Non bisogna sottovalutare che il centrosinistra esprime per la prima volta una figura al Ministero dell’Economia: Gualtieri conosce molto bene gli effetti dei vincoli, delle regole, dei trattati, dell’agenda europea. Vedremo se saprà interpretare questo delicato ruolo con maggiore autonomia rispetto ai governi di questo secolo, particolarmente subalterni” ha dichiarato Fassina, che però non lesina critiche. “La scelta di Gentiloni come Commissario europeo non aiuta questa interpretazione meno subalterna: è evidente che i condizionamenti sono fortissimi, ma uno spazio di manovra va preso, altrimenti non affrontiamo le cause del successo delle forze sovraniste. Vanno fatte delle forzature, a partire dalla legge di bilancio: bisognerebbe mettere in discussione l’obiettivo concordato tra Conte e Tria, perché altrimenti cadremmo in stagnazione e recessione“.

Ministro della sinistra euroscettica e opposto a Bruxelles? Nemmeno per scherzo. Christine Lagarde, futuro presidente della BCE ha definito la nomina di Gualtieri “un bene per l’Italia e per l’Unione Europea“, parole con un peso specifico ancora più rilevante se si pensa che fino a ieri pomeriggio Roberto Gualtieri era Presidente della Commissione Economia e avrebbe dovuto presentare la candidatura della Lgarde davanti al Parlamento europeo.

Un ministro quindi vicino all’estrema sinistra ma accomodante verso l’Unione Europa e le sue politiche. Un nome perfetto per la “strana coppia” PD-M5S che oggi forma un governo che si candida ad arginare populismi, nazionalismi e sovranismi.