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Politica locale

Il Movimento 5 Stelle trentino diviso in due: Marini attacca Maschio e Degasperi

Aria di scontro all’interno del M5S Trentino: da una parte Filippo Degasperi e coloro che sostengono la Carta di Firenze, dall’altra il Consigliere provinciale Alex Marini, uomo di fiducia di Riccardo Fraccaro. Una situazione che si è sviluppata nel tempo e che in queste ultime ore sta emergendo con sempre più forza con dichiarazioni provenienti dai due schieramenti all’interno del M5S.

Da una parte infatti il Consigliere Marini ha accusato Degasperi di essere poco incline al dialogo e ha accusato questi di non aver portato risultati a favore dei pentastellati a livello provinciale. Inoltre Marini ha accusato Degasperi di guidare una fronda di persone, di cui fanno parte anche molti Consiglieri comunali, che non rispettano le idee del MoVimento 5 Stelle.

A stretto giro ha risposto, direttamente coinvolto, il Consigliere comunale Andrea Maschio che senza giri di parole ha replicato con chiarezza alle affermazioni di Marini ricordandogli il duro lavoro svolto dal MoVimento 5 Stelle a livello comunale e si è soffermato su un punto delle dichiarazioni di Marini, ovvero il concetto di ortodossia vantato dal gruppo di Degasperi.

“In merito al concetto di ortodossia – afferma Maschio – siamo al paradosso perché mi domando chi possa essere definito ortodosso: chi chiede semplicemente un ritorno ai principi di coerenza e trasparenza o chi quotidianamente fa uno strappo alle regole, chiedendone la legittimazione e tacciando chi non è d’accordo come ribelle e fomentatore di odio. Io la mia idea la ho ben chiara. Bene Marini che ci chiede, anzi ci intima di andarcene via ma non sia mai che invece si metta in discussione ascoltando le critiche. Ad oggi da lui e dai vertici non c’è stato il benché minimo ascolto ma noi non molliamo perché crediamo nel rispetto delle regole e dei programmi e soprattutto nel Movimento”.

Maschio aggiunge poi che non vi è alcuna intenzione di lasciare il MoVimento 5 Stelle e che vi è un’eccessiva voglia di travisare le parole usate per delegittimare una certa area del MoVimento 5 Stelle. Del resto – come conclude Maschio – vi è un’altra considerazione: “A Firenze c’era una minoranza ma mi domando se non vada comunque ascoltata, non è forse Marini il rappresentante della maggior democrazia? O forse ritiene che la stessa vada utilizzata a seconda della convenienza come sta facendo?”