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Cultura

Biloslavo, Gervasoni e tanti altri: la sinistra ostracizza il libero pensiero?

Secondo quanto riportano varie testate locali e nazionali, al noto giornalista e reporter di guerra Fausto Biloslavo è stato impedito di tenere una conferenza all’Università di Trento. A mettersi di traverso, infatti, sarebbero stati gli esponenti del Collettivo Universitario Refresh.

Forti di non si sa bene quale potere, i ragazzi del collettivo hanno iniziato a inveire contro Biloslavo con i soliti slogan “Fuori i fascisti dalle Università”, distribuendo anche volantini minacciosi dal testo “Biloslavo non deve entrare in Università”, corredati dalle foto del giornalista mostrato a testa in giù. Nemmeno “non deve parlare”, cosa che sarebbe comunque aberrante nel 2019, ma proprio un divieto d’accesso con le conseguenti minacce di fare la stessa fine di Benito Mussolini.

Il “reato” di Biloslavo? Essere collocato politicamente a destra, ma anche dalle colonne del suo articolo in merito alla vicenda e pubblicato da Il Giornale ha ribadito che, essendo nato nel 1961 e ritenendo il fascismo un fenomeno del passato, la connotazione assegnatagli aprioristicamente dal CUR è sbagliata. Ma ciò non è bastato per far sì che la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento, nota per aver visto i “natali” del Movimento del ’68, si imponesse nei confronti del Collettivo, consentendo ugualmente la conferenza.

Conferenza che poi si è tenuta, pur in extremis, in un’aula della Facoltà di Giurisprudenza, dove un professore ha deciso di interrompere la sua lezione pur di consentire a Biloslavo di parlare. Un gesto di grande dignità, insieme a quello del Rettore Paolo Collini di invitare nuovamente Biloslavo per dare un forte segnale a tutti gli illiberali che hanno impedito la libera espressione.

Episodio a parte, che già di per sé dovrebbe far riflettere, ad essere preoccupante è il contesto degli ultimi mesi: Biloslavo bloccato fuori dall’Università di Trento, Marco Gervasoni – Professore universitario di Storia comparata dei Sistemi politici presso la LUISS di Roma – “cacciato” per alcuni tweet coloriti, Corrado Ocone allontanato dalla Fondazione Luigi Einaudi solo per aver partecipato a un evento “sovranista” organizzato da Nazione Futura, associazione culturale di orientamento conservatore, per non parlare delle centinaia di pagine del mondo del centrodestra della destra italiana chiuse o oscurate.

Se talvolta i provvedimenti possono anche aver avuto un motivo meno “politico”, tuttavia il dubbio che si stia generando una “controreazione” al pensiero unico sorge spontaneo e legittimo. Il caso Biloslavo è l’ultimo e forse il più eclatante, considerando il consenso trasversale di cui gode il giornalista. A questo punto, non ci sarebbe da stupirsi se anche Enrico Mentana venga bollato dell’etichetta di fascista perché nel 2017 entrò nella sede romana di CasaPound per un incontro pubblico con gli esponenti di quel movimento.