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Economia

Non solo Ilva: le multinazionali sfruttano e se ne vanno

Dobbiamo attrarre investimenti stranieri, aziende e capitali dall’estero. 

Quante volte economisti, predatori, politici zerbinati hanno illustrato questa perfetta ricetta di successo e di rilancio? Per poi ritrovarsi, immancabilmente, alle prese con le crisi dell’Ilva, dell’Embraco, della Whirpool, della Pernigotti. Perché il capitale straniero non arriva in Italia per fare beneficenza, ma per guadagnare di più. 

E quando trova opportunità più vantaggiose, se ne va. Non che i predatori italiani siano molto diversi. Perennemente alla ricerca non di opportunità di investimento sul territorio ma, molto più semplicemente, di un mucchio di denaro in cambio della cessione dell’azienda. Anche quando si dichiara pubblicamente che si tratta di un settore strategico. Così strategico da cederlo agli indiani o a chiunque si presenti con i soldi sul tavolo.

Sono i meravigliosi effetti dell’altrettanto meravigliosa globalizzazione. Il capitale è apolide, se ne frega del territorio e di chi ci vive. Conta solo il business. Risponde solo agli azionisti, mai ai lavoratori. Però pretende condizioni di favore per insediarsi, millantando incredibili ricadute per il territorio e per gli abitanti. In genere si tratta di inquinamento, ma che sarà mai qualche morte da veleni a fronte di posti di lavoro precari? 

In fondo, a Taranto, hanno sbagliato gli indiani ad incaponirsi sull’aspetto giudiziario, sulla pretesa di garanzie. Perché sarebbe bastato controllare le sentenze sui morti d’amianto all’Olivetti: tutti assolti, i lavoratori evidentemente si sono suicidati. E quindi Mittal poteva tranquillamente scommettere sulle sentenze di suicidio non solo dei lavoratori ma pure degli abitanti di Taranto. 

Ma non è solo l’inquinamento a rappresentare un discrimine. Anche il salario. Per questo il compagno Erri De Luca difende la paga di 3 euro all’ora, che permette alle multinazionali di continuare ad inquinare in Italia dando lavoro agli stranieri. Ed ironizza, il compagno De Luca, sui giovani italiani così schizzinosi da rifiutare un lavoro in campagna in cambio di una retribuzione così eccitante. Anzi, forse 3 euro all’ora sono pure troppi, bisogna accontentarsi. 

Una perfetta parabola, quella del compagno De Luca, da Lotta Continua a sfruttamento continuo. Potrebbe passare con il bugiardissimo Renzi, in Italia Viva, dove troverebbe la compagna ministro Bellanova, passata da bracciante a teorica del precariato e dello sfruttamento. Le manca solo il maglioncino di cashmere, ma quello lo porta il compagno Erri.