Con il nuovo metodo bluetooth sui seggiolini sembra sia più facile dimenticare in auto i propri figli piuttosto che il proprio telefono; è una frase che desta qualche naso storto, infatti fortunatamente sono davvero pochi i genitori che – inconsciamente – lasciano il pargolo dentro la macchina parcheggiata sotto il sole cocente, sono casi di cronaca che si possono contare sulle dita delle mani.
La nuova legge sui seggiolini è una sciocchezza: lo Stato ha cercato di costeggiare il problema, ha deciso di non affrontarlo di petto e si è premurato di fare una legge sui seggiolini, cercando di dimostrare che sta facendo qualcosa di concreto, utilizzando il seggiolino come panacea, come metodo contro ”tutti i mali”. Seguendo tale ragionamento, con sarcasmo, si potrebbe arrivare a dire che serve un’applicazione che rimproveri, mandando dei segnali, le persone con il colesterolo troppo alto. Ma non possiamo farci sostituire in tutto dalla tecnologia: c’è bisogno anche di discernimento personale.
Ma è questo quello di cui le famiglie italiane hanno bisogno? No. Il nostro stile di vita si è velocizzato in maniera esponenziale: tante cose da fare e poco tempo per farle. Per esempio le madri, lavorando, hanno poco tempo da dedicare ai figli e non c’è un momento in cui si possano godere il riposo: tutto è frenetico, veloce, tutto deve scorrere, con velocità, fino a sfuggirci dalle mani.
E lo Stato, che pur – bisogna riconoscerlo – ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni, non riconosce ancora, alle donne, la possibilità di godersi la maternità a pieno perché 5 mesi sono pochi, sono pochissimi per una madre che ha appena dato alla luce un figlio. È una questione che rientra nel diritto del lavoro, che mette in gioco più parti: donna lavoratrice, datore di lavoro e Stato. I piccoli imprenditori quando hanno a carico una donna incinta, si devono sobbarcare tasse e tasse che chiede lo Stato, il quale sta a guardare, non curandosi di dare alle donne più tempo per dedicarsi alla cura dei bambini. Non dobbiamo cadere nell’errore di credere che il datore di lavoro si debba sostituire al welfare statale: è lo Stato che dovrebbe fare delle leggi affinché si assumano giovani madri o che si tengano in carico madri in fase di allattamento.
Ecco perché servono leggi a favore delle madri, a favore delle famiglie e non leggi che delegano tutto alla tecnologia.
F.M.