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Spazio Hurrya vede “minacce fasciste a Trento” e organizza corteo di protesta contro la Lega

Non si fermano gli strascichi delle violenze consumate lo scorso trenta ottobre in occasione dell’arrivo del giornalista Fausto Biloslavo presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento.

Questa volta a tornare sull’argomento gettando altra benzina sul fuoco è stato “Spazio autogestito Hurrya” che, attraverso un post sull’evento facebook “Corteo cittadino antifascista” ha chiamato a raccolta i sostenitori organizzando una manifestazione di protesta il prossimo 21 e 27 novembre.

Da quanto si evince dal volantino posto a corredo dell’evento, lo “Spazio autogestito Hurrya” avrebbe organizzato tale corteo per “rispondere all’aggressione fascista del 30/10”, per “denunciare l’alleanza vergognosa tra Lega e Casapound” e “contro un’Università che non lascia spazi all’autogestione e al dissenso”

Scorrendo nella didascalia dell’evento poi lo “Spazio Hurrya” prosegue con toni “simil deliranti” affermando come l‘Università abbia promosso un clima di repressione e dissenso.

“Ciò che è chiaro e che vogliamo contestare e criticare pubblicamente è l’alleanza, ormai certa ed evidente, tra il partito della Lega e gli squadristi di CasaPound, utilizzati come muscoli dietro i quali nascondersi per imporre le proprie idee di odio. Non meno grave la posizione assunta dalle istituzioni universitarie, in particolare dal rettore Paolo Collini, il quale, in nome della libertà di espressione ha, non solo, legittimato la presenza dei fascisti in università, ma ha anche chiuso l’unico spazio autogestito studentesco, lo Spazio Autogestito Hurryia, togliendo dunque la libertà di espressione agli studenti e alle studentesse del suo stesso Ateneo” hanno poi affermato gli autoproclamati antifascisti e antifasciste, dimostrando quale potrebbe essere la reale motivazione dietro a cotanto dissenso, non tanto nobili ideali politici quanto più la chiusura dello spazio che era gestito proprio da Hurrya.

I (futuri) manifestanti hanno poi concluso la delirante e vittimistica “locandina” aggiungendo di non poter più accettare la violenta e negativa aria che qualcuno avrebbe loro imposto “a suon di minacce, di porte chiuse e di aggressioni” e di aver deciso, per queste motivazioni, di scendere in piazza il prossimo 21 e 28 novembre (sbagliando pure data visto che sul volantino è indicato il 27) per “far capire che una parte della città è pronta a resistere”.