Hanno dell’incredibile le scritte comparse questa mattina in pieno centro città a Trento, precisamente in Via Roccabruna, e riconducibili, dati toni e simbologia, ai collettivi anarchici del capoluogo trentino. Stavolta sono stati presi di mira Giorgia Meloni e le Forze dell’Ordine.
Per la leader di Fratelli d’Italia stavolta l’offesa è quella di essere transessuale, restando probabilmente sulla scia dell’ormai popolare “remix” del suo discorso nel quale attaccava l’ideologia gender e la dicitura di Genitore 1 e Genitore 2. Risulta quantomeno curioso che, ai margini della Giornata contro la violenza sulle donne, ci si rivolga con estrema nonchalance all’unica leader politica donna italiana con tali appellativi.

Ancora più gravi le minacce di morte indirizzate alle Forze dell’Ordine e in particolare alla Polizia di Stato, tra l’altro utilizzando una terminologia di retaggio sessantottino ormai desueta e tesa puramente all’insulto e al vilipendio.
Anche questo probabilmente sarà argomento della Commissione Segrè? Giustissimo che i reati d’odio vengano puniti severamente, ma bisogna capire quando sia necessario l’intervento, dato che al momento si è proceduto in tempi brevissimi per ogni manifestazione d’odio “di destra”, mentre a sinistra sembra che passi tutto sotto traccia.