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Viaggio in treno: da Verona a Trento stipati come sardine

Treni belli quanto si vuole, ma per i pendolari – solitamente studenti universitari che si recano ogni lunedì a Trento – il problema dei posti a sedere resta: spesso sono costretti a rimanere in piedi e con un ristretto spazio vivibile per un’ora abbondante. Il problema è comunque riscontrabile anche durante i restanti giorni della settimana, seppur mitigato dal fatto di trovarsi ad essere a bordo di un treno certamente moderno ma con un numero eccessivamente ridotto di posti a sedere.

I disagi per chi utilizza la tratta Verona-Trento non vengono spesso analizzati anche perché alla cronaca passano in primo piano tratte ben peggiori e con treni di gran lunga più vetusti, eppure le difficoltà, anche su queste linee, esistono.

Basta infatti salire su uno di questi treni il lunedì mattina per capire come mai a oggi tantissima gente utilizza la macchina. Certo, la tariffa dei treni è inferiore rispetto a quella di altri paesi europei che associano al maggior comfort un maggior costo, ma il problema resta soprattutto in un periodo storico dove si parla tanto di ambiente.

Le carrozze dieci minuti prima della partenza sono già piene, la gente non sa dove sedersi e quando qualcuno entra nello scomparto si leva un mugugno di preoccupazione da parte degli occupanti che sottintende: “Posto in meno dove poter muovere le braccia”.

A frequentare quel treno ci sono tanti pendolari ormai stanchi di dover essere stipati come sardine: “Quasi quasi ci rivolgiamo a Striscia la notizia”, dice un pendolare mentre il treno giunge a Rovereto e dal suo sguardo si intravede la preoccupazione per la salita di tanti altri studenti universitari, che viaggeranno alla volta del capoluogo trentino. Da parte di tutti una gran dignità nell’affrontare la situazione, anche se qualcuno, a bassa voce, dice che forse sarebbe meglio mettere a disposizione un treno più spazioso.

Un viaggio che per molti si conclude a Trento: siamo quindi di fronte a una situazione piuttosto delicata che si caratterizza con un numero basso di corse di treno e con carrozze incapaci di far star comodi tanti pendolari.

Oltre ai pendolari c’è anche da ricordare che nel mese di dicembre i mercatini attraggono numerosi turisti che si accalcano sulle carrozze; se queste venissero aumentate, potrebbero generare ben più alti guadagni per Ferrovie dello Stato. Ma del resto è la vita: l’importante è dar spazio a manifestazioni, senza però affrontare concretamente soluzioni che potrebbero davvero aiutare l’ambiente e i cittadini.

M.S.