Non sono potuta rimanere in silenzio di fronte all’editoriale pubblicato sul quotidiano Trentino e a firma di Sandro Schmid. Le ritengo infatti delle dichiarazioni erronee dato che per esempio viene affermato: “Le ‘Sardine’ esprimono come non mai la voglia di un popolo, trasversalmente democratico, di contare. Di uscire dal buio, dal silenzio, di ritrovare il proprio denominatore comune e la propria forza pubblicamente nelle piazze. Di conoscersi, di contarsi con manifestazioni festose e democratiche”.
Una frase che – ad esclusione della parola “sardine” – sinceramente mi pare possa identificare tutti coloro che votano Lega, ovvero persone che, proprio perché amano la democrazia vogliono un paese indipendente da logiche straniere e da quelle lobbies che ben poco stanno aiutando il nostro paese.
Più interrogativa è la frase che segue subito dopo, quando Sandro Schmid ha affermato: “Affermare che la festa è finita per le forze nazionalpopuliste, dell’odio per il diverso e l’avversario politico, ai fantasmi nazifascisti vecchi e nuovi che vogliono riprendersi il potere negando i crimini all’umanità del passato”. A riguardo ci tengo a sottolineare tre cose.
La prima riguarda l’espressione “la festa è finita per le forze nazionalpopuliste”, ovvero che movimenti come la Lega grazie alle sardine potrebbero non proporre più una visione alternativa a quella proposta da una certa sinistra figlia del pensiero radical chic. Di per se questa dichiarazione, in un sistema democratico, è piuttosto grave, soprattutto se detta da una figura di spicco dell’ANPI, ovvero un’associazione che rappresentava i partigiani italiani che hanno combattuto per liberare l’Italia dalla Germania nazista.
Il secondo punto riguarda l’utilizzo di espressioni, implicitamente accostate alla Lega, quali “dell’odio per il diverso e l’avversario politico”. Alla base c’è un problema che va a riguardare proprio l’espressione dell’odio per il diverso: nella mia attività da Consigliere provinciale non ho potuto far a meno di constatare, nel corso di questo primo mio anno in Consiglio, che esprimere pensieri non conformi comporta una criminalizzazione, denigrazione e ridicolizzazione dell’avversario politico che si può tramutare in veri e propri atti di violenza psicologica.
Si tratta nei fatti di odio per l’idea diversa, un odio da condannare prioritariamente rispetto all’odio per il diverso perché una società che tra uguali non accetta la cultura della libertà di pensiero è una società incapace di accettare il diverso, inteso come persona così come presumo l’abbia voluto intendere Schmid. Non posso fare a meno di constatare da parte di alcune “sardine” presenti a livello nazionale che a fronte di un certo sostegno a favore di argomenti quali immigrazione e solidarietà, si contrappone un sottofondo di intolleranza nei confronti di chi presenta idee diverse. L’opinione divergente dal pensiero unico diventa quindi un’espressione razzista, di intolleranza e quindi un qualcosa da combattere senza voler approfondire con quella giusta serenità che si chiede in un contesto sociale civile.
Stupisce infine il messaggio che viene dato, ovvero che le sardine rappresentino una forza di opposizione. Ma opposizione a cosa? Premettendo che il movimento è di caratura nazionale e non locale, voglio ricordare che attualmente al Governo vi è un esecutivo a guida giallorossa, ovvero composto principalmente da Partito Democratico e da MoVimento 5 Stelle.
La protesta delle sardine, fatta contro Salvini, si muove sostanzialmente contro chi a livello nazionale si trova all’opposizione. Ci ritroviamo di fronte a un movimento – definito da Sandro Schmid come antifascista – che nei fatti è contro un soggetto che sta rappresentando un simbolo stesso della democrazia, ovvero l’opposizione.
Concludo solamente ricordando una frase di Leonardo Sciascia, che scrivo non per provocare, ma per invitare tutti a riflettere e a riportare un certo mondo – mi riferisco a quello di sinistra – ad affrontare i suoi problemi senza coinvolgere altri soggetti quali la Lega: “Il più bello esemplare di fascista in cui ci si possa oggi imbattere… è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dar del fascista a chi fascista non è”.
di Katia Rossato