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Saranno gli italiani a pagare i debiti dem per “L’Unità”

Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Giornale” la Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe deciso di non presentare ricorso contro la sentenza del Tribunale di Roma che aveva disposto come la stessa dovesse saldare le insolvenze nei confronti delle banche di Unità S.p.a. (la società che reggeva il quotidiano politico “L’Unità”).

La vicenda risale ancora al 2000 quando con Massimo D’Alema premier, la Presidenza del Consiglio dei Ministri si era eretta a garante dei debiti contratti con le banche dal quotidiano. All’epoca, a garanzia che questi debiti sarebbero stati saldati con fondi privati e non con il denaro pubblico, vi era l’ingente patrimonio immobiliare dei Democratici di Sinistra (DS), patrimonio che nel corso degli anni è “misteriosamente” sparito, con gli immobili che sono passati di proprietà di diverse tra associazioni e fondi, rendendoli quindi irrecuperabili dalle banche.

Che le azioni dei DS siano state, quantomeno, discutibili è stato accertato anche dallo stesso Tribunale di Roma che, all’interno della sentenza, ha sentenziato come il comportamento dei Democratici di Sinistra sia stato “apparentemente elusivo (e forse fraudolento)” per evitare che i loro beni venissero inclusi nella garanzia.

Tali insolvenze, quantificate in più di 81 milioni di euro, dovranno quindi essere saldate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che 19 anni fa ingenuamente (o forse no), si era fatta garante del debito per salvare l’allora quotidiano politico che fu l’organo ufficiale del Partito Comunista prima e della DS poi.

Oggi, con la decisione di non ricorrere assunta dal Premier Conte e dal suo entourage, il Partito Democratico (erede dei DS) si è ritrovato tra le mani un sontuoso regalo di Natale, con questo debito che verrà pagato, come al solito, con fondi statali e quindi, con i soldi degli italiani.