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“Trombo a facoltà”, bufera sull’ultima canzone del rapper Bello FiGo

Bello FiGo, il rapper divenuto tristemente famoso per le sue canzoni trash come “Non pago affitto” o “Sono bello come profugo”, torna a far parlare di se, ancora una volta per il contenuto delle sue canzoni (se così si possono definire).

Questa volta Paul Yeboah, nome anagrafico di Bello FiGo, è finito nell’occhio del ciclone a causa della canzone “Trombo a facoltà” e del relativo video nel quale il rapper ha utilizzato, come location, alcuni spazi della Facoltà di Economia dell’Università di Pisa.

Il video pubblicato il 6 dicembre (e solo recentemente rimosso) ha scatenato l’indignazione dell’ambiente accademico pisano che ha accusato il rapper di aver dissacrato un luogo di cultura come le aule universitarie per un videoclip senza le dovute autorizzazioni.

Sulla vicenda è intervenuto anche il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Maccarella, che al quotidiano “La Nazione” ha tuonato: “l’Università di Pisa si tutelerà in tutte le sedi perché il video è stato girato senza alcuna autorizzazione e c’è stato un uso improprio degli spazi universitari“. Lo stesso rettore ha inoltre aggiunto come l’Ateneo si tutelerà anche per difendere il proprio prestigio.

Qualora l’Università di Pisa decidesse di passare alle vie legali, non sarebbe certo la prima volta per il controverso Bello FiGo. Agli albori della sua “carriera artistica“, quando ancora si faceva chiamare “Gucci Boy”, il rapper era stato citato in giudizio dall’omonima casa di moda per l’utilizzo improprio (e lesivo dell’immagine del marchio) del nome Gucci.

In quell’occasione tutto si era risolto con un accordo privato tra le parti, con Bello FiGo che aveva smesso di utilizzare il nome Gucci e la casa di moda che aveva, contestualmente, ritirato la citazione in giudizio.