Non c’e’ sviluppo senza legalita’, moralita’ e trasparenza, “40 anni fa l’assassinio di Piersanti Mattarella, un vero riformista, un autentico innovatore della politica. L’uomo che più di ogni altro voleva una Sicilia con le carte in regola. Non c’è sviluppo senza legalità, moralità e trasparenza nella politica e nella amministrazione pubblica”. Lo scrive su twitter la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan ricordando la figura di Piersanti Mattarella assassinato dalla mafia quarantanni fa.
Il 6 gennaio del 1980 venica ucciso il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, e Pietro Grasso, che allora avviò le prime indagini, ha dichiarato: “Piersanti Mattarella, l’uomo che voleva cambiare la Sicilia, dava fastidio al sistema di potere politico mafioso che governava l’isola da Lima ai cugini Salvo, a Ciancimino. Io non credo alla pista dei killer neri, non vedo elementi concreti. Non ci credeva neanche Falcone fino in fondo. E oggi abbiamo ulteriori elementi su cui riflettere”.
“Nel processo per mafia a Giulio Andreotti – afferma – il pentito Francesco Marino Mannoia ha riferito degli incontri fatti dal suo capomafia, Stefano Bontate, che probabilmente era anche un massone a capo di una loggia segreta. Aveva saputo di un viaggio a Roma del presidente Mattarella, per andare a lamentarsi con qualcuno”.
La mafia avrebbe dunque comunicato con questo omicidio che, da quel momento, tra lo Stato e Lei, comandava Lei, la brutta Signora di Cosa Nostra. E come si usa dire: “Chi non ha paura muore una sola volta” significa che Piersanti Mattarella era, sarebbe stato, l’uomo giusto al momento giusto. Un omicidio che ha condannato la Sicilia ad almeno cinquant’anni di paralisi e malaffare. Il tempo per rinnovare una generazione sana di classe dirigente, ammesso e non concesso che i cittadini siano compatti.