La Lega, attraverso Chiara Caucino, Assessore regionale del Piemonte alle Politiche sociali e ai Bambini, ha lanciato “Allontanamento zero“, un sistema totalmente nuovo e teso a superare il modello degli affidi che in questi ultimi mesi ha fatto molto discutere, soprattutto per quanto riguarda il caso Bibbiano.
L’obiettivo della Caucino, supportata in questo progetto da tutto il centrodestra a partire dal Presidente del Piemonte Alberto Cirio, è evitare che i figli minorenni di genitori che versano in condizioni di difficoltà socio-economica vengano tolti al nucleo familiare per essere trasferiti in comunità.
Al 31 dicembre 2018 in Piemonte sono stati allontanati dalla famiglia di origine 2597 minori: di questi, 800 italiani e 250 stranieri non accompagnati sono finiti in comunità, mentre tutti gli altri sono andati in affido. Le principali cause dell’allontanamento, secondo i dati raccolti dalla Regione, sono lo status di minori stranieri non accompagnati (23,5%), l’assenza di una rete familiare adeguata (19,5%) e i comportamenti non rispondenti alle necessità del bambino (19%). Fortunatamente, anche se sempre troppo alte, sono ridotte le cause determinate da maltrattamenti (10%) e da sospetti abusi (4,5%).
In Piemonte, la percentuale di minori allontanati dalle famiglie naturali è più alta della media nazionale ed è per questo che l’Assessore Caucino è intervenuta al riguardo. “Il provvedimento Allontanamento zero ha come finalità esclusiva la tutela dell’interesse del minore a crescere nell’ambito del proprio nucleo familiare, rimuovendo ogni ostacolo di natura economica, sociale e psicologica” afferma la leghista. “Oltre il 60% degli allontanamenti parrebbe superabile con adeguati interventi di sostegno. L’inserimento dei minori in strutture residenziali dovrà avvenire in via residuale ed eccezionale” prosegue l’Assessore, specificando inoltre che non ci saranno maggiori oneri finanziari per il bilancio regionale.
La pratica dell’allontanamento rimarrà comunque in vigore, ma verrà valutata solo dopo l’attuazione di un “Progetto educativo famigliare”, con l’obiettivo di consentire una crescita del minore all’interno della propria famiglia, escludendo dunque l’indigenza dei genitori dai requisiti per l’allontanamento del minore. “La Regione – spiega la Caucino – aiuterà le famiglie con un sussidio economico finalizzato al superamento dei casi di criticità riscontrati“.
Il Piemonte stanzierà dunque 9 milioni di euro nel 2020, 12 milioni nel 2021 e una quota non inferiore al 40% delle risorse del sistema integrato dei servizi sociali e delle politiche familiari negli anni successivi. Inoltre, i servizi sociali dovranno effettuare una valutazione multidisciplinare del disagio famigliare e del minore: in particolare, psicologi e psicoterapeuti dovranno intervenire a sostegno del nucleo.
Inoltre, qualora i sussidi del progetto “Allontanamento zero” non siano sufficienti, il Piemonte dispone che saranno effettuate verifiche trimestrali sugli affidatari, prevedendo anche incontri con le famiglie originarie, salvo disposizioni contrarie dell’Autorità giudiziaria. Verrà inoltre costituito un Osservatorio sull’allontanamento dei minori, col compito di monitorare casistica, attività e prestazioni socio-sanitarie, al fine di programmare interventi idonei.