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Trent’anni fa iniziava la fine della destra post fascista in Italia

Sono passati esattamente trent’anni dal 14 gennaio 1990, una giornata storica del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale. Quel giorno infatti, all’interno del XVI congresso di Rimini, Pino Rauti divenne il nuovo segretario del MSI, dando il via all’inizio del declino del partito che fu di Giorgio Almirante.

Pino Rauti, che aveva vinto sconfiggendo il segretario uscente Gianfranco Fini, era riuscito a raggiungere la segreteria grazie soprattutto al supporto di Domenico Menniti (storico dirigente MSI). Tra i suoi propositi vi era quello di cercare di arginare il pesante calo di consensi, arrivato a seguito della morte dello storico leader del partito Giorgio Almirante nel 1988.

Con la scomparsa di Almirante, Rauti era diventato una delle figure di riferimento del partito e le sue idee “progressiste”, volte a cercare consensi a sinistra, non trovarono più la fiera opposizione della parte più conservatrice del partito. Fu così che il MSI si concentrò nel tentativo (vano) di ottenere voti e consensi nell’elettorato di sinistra, grazie a temi ecologisti, terzomondisti e anti-americani.

Purtroppo le sue aspettative vennero tradite; all’elettorato del MSI non piacque la deriva sinistrorsa che il partito aveva preso e arrivò al suo minimo elettorale storico. Questo, unito alla decisione di schierarsi a favore degli U.S.A. nella Guerra del Golfo, creò una enorme spaccatura all’interno della stessa “corrente rautiana”.

Tale crisi si risolse in un nuovo Congresso “straordinario” del luglio 1991, che segnò la fine del “rautismo” e il ritorno alla segreteria di Gianfranco Fini, che di lì a due anni avrebbe creato Alleanza Nazionale decretando, di fatto, la fine del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale. Iniziava, di fatto, una nuova era per la politica italiana.