E’ passato quasi un anno dal 20 marzo 2019, quando l’autista di origine senegalese Ousseynou Sy aveva dirottato un pullman con a bordo 51 studenti e 3 accompagnatori di Crema, creando panico per alcune ore.
Fortunatamente la vicenda, grazie al tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine, si era conclusa senza conseguenze con l’autista che era stato fermato prima che la situazione potesse degenerare.
Oggi, durante il processo a suo carico presso il Tribunale di Milano, Ousseynou Sy è tornato a parlare delle motivazioni che lo hanno spinto a compiere quell’insano gesto e a mettere in serio pericolo la vita di più di 50 persone, per la maggior parte ragazzini.
Sy davanti ai magistrati ha affermato di aver agito per voler denunciare le “atrocità che vedono vittima l’Africa” e di essersi fatto arrestare volontariamente per poter avere un ampio pubblico a cui raccontare la propria storia.
Secondo la ricostruzione dei fatti, operata dallo stesso Ousseynou Sy, l’uomo avrebbe deciso di dirottare l’autobus dopo l’approvazione del decreto sicurezza bis di Matteo Salvini: “Io non potevo far finta di niente, mentre la gente muore a due passi da noi, è un massacro. Dopo il decreto Salvini sicurezza bis, ho pensato bisogna fare un gesto dimostrativo come protesta, ho pensato di sequestrare il pullman. Anche se ho fatto un messaggio stupido, mettendo la vita delle persone in pericolo, io ho fatto qualcosa”.
L’autista ha inoltre dichiarato di aver detto subito agli studenti che li stava usando per un gesto di protesta e di stare tranquilli dato che non voleva far loro del male, aggiungendo di averli fatti legare per evitare che durante il dirottamento potessero essere sbalzati da tutte le parti.
Proseguendo nella ricostruzione dei fatti, Sy ha poi affermato come non fosse sua intenzione incendiare il veicolo e di aver cosparso il pavimento di benzina solamente per evitare che la Polizia gli sparasse e di aver sempre pensato di utilizzarla come deterrente per avere salva la vita, ribadendo inoltre di non aver mai voluto mettere a rischio l’incolumità dei ragazzi.
L’imputato ha poi concluso il suo intervento in aula chiarendo di aver avuto come obiettivo primario quello di farsi portare in un grande tribunale (come quello di Milano) per poter avere un grosso seguito e poter denunciare “le atrocità subite” dagli africani, aggiungendo: “Io volevo salvare vite umane. Il mio augurio, visto che Salvini ha avuto un botto di voti sull’immigrazione, era di modificare la politica del governo sull’immigrazione”.
(Fonte: Adkronos)